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Prandelli: "Fiorentina squadra da battere in Conference. Arthur non mi sorprende, Beltran mi intriga"

L'ex tecnico gigliato: "Il miglior colpo è il gioco di Italiano. La Fiorentina deve risolvere in fretta il caso Amrabat"

«La squadra di Italiano è reduce da una stagione con due finali perse e quest’anno sarà la formazione da battere in Conference», assicura Cesare Prandelli, ex allenatore della Fiorentina, in un'intervista sulle pagine della Gazzetta dello Sport.

La Fiorentina inizia dai playoff di Conference League in casa del Rapid Vienna: qual è il pericolo più grande per i viola? «La squadra di Italiano, fin da subito, non dovrà commettere la leggerezza di pensare che tutto sia scontato dopo il gran percorso della scorsa stagione e la finale contro il West Ham.

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Adesso le rivali guarderanno la Fiorentina con occhi diversi e la affronteranno con maggiore attenzione». I viola si sono rafforzati sul mercato e lo hanno dimostrato anche nella convincente vittoria contro il Genoa, al debutto in campionato.

Da Arthur a Nzola, da Beltran a Parisi... Quale di questi acquisti la intriga maggiormente? «Sono arrivati i giocatori giusti nei ruoli giusti. Ma il vero colpo della Fiorentina sarà il gioco». Spieghi pure... «Italiano ha idee chiare e punta su un calcio propositivo che esalta le varie individualità.

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E soprattutto è arrivato alla terza stagione a Firenze, quella in cui di solito si raccolgono i frutti dell’ottimo lavoro svolto nei primi due anni. Vincenzo, che è stato anche un mio giocatore, è un allenatore lanciato: mi aspetto una Fiorentina protagonista in Conference e più continua anche in campionato».

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Sorpreso dall’impatto di Arthur e Nzola? «No, per niente. Arthur è reduce da anni complicati, però parliamo di un centrocampista che in passato ha giocato titolare nel Barcellona e anche nel Brasile. E pure nella Juventus, quando non è stato frenato dai problemi fisici, ha disputato gare importanti: ha tecnica, è un ottimo palleggiatore e non perde quasi mai la palla.

Sarebbe stato benissimo anche nella Fiorentina dei miei tempi, quando giocavamo in Champions. Non è l’unico: penso anche a Biraghi, Milenkovic...». E Nzola? «Italiano lo ha allenato prima al Trapani e poi allo Spezia. Quando un tecnico prende un giocatore che conosce bene, non sbaglia mai.

Sono convinto che l’attaccante angolano s’imporrà anche a Firenze». C’è dell’altro? «Mi incuriosisce parecchio Beltran. Non lo conosco così bene, ho visto soltanto qualche video su internet della sua stagione al River Plate: possiede colpi interessanti, da attaccante di livello».

La Fiorentina ha raggiunto l’Austria senza Amrabat, sempre al centro del mercato e non convocato da Italiano…«Ecco, quella di Amrabat è l’unica situazione che la Fiorentina deve risolvere bene e in fretta. Se è vero che il giocatore, grande protagonista con il Marocco al Mondiale in Qatar e poi in viola nell’ultimo campionato, vuole cambiare squadra, va gestito bene da parte di tutti».

In che modo si risolve una situazione come quella di Amrabat a otto giorni dalla fine del mercato? «Il club mi sembra stia facendo il possibile per accontentare Amrabat, che ha espresso il desiderio di andare via. Amrabat non deve diventare un problema.

Leggo di diverse squadre su di lui: non mi stupirei di vederlo in Inghilterra, ma nemmeno alla Juventus. L’ex Verona non è un regista classico, però parliamo di un centrocampista che abbina struttura fisica e personalità, uno che garantisce equilibrio e ordine alle proprie squadre».


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