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Prandelli: "Fiorentina, momento magico. Palladino ha iniziato a incidere in maniera profonda"

L'ex tecnico gigliato: "Col Verona mi aspetto una gara aperta. A Firenze, per le tante vittorie consecutive e il terzo posto in classifica, c'è una spinta favorevole"

Cesare Prandelli, che nella sua carriera di allenatore si è seduto sia sulla panchina dell'Hellas Verona che su quella della Fiorentina, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere di Verona. Questo un estratto delle sue dichiarazioni: Prandelli, che gara si aspetta?

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«Bella, aperta. Il Verona ha recuperato solidità mentale, ha vinto giocando bene con la Roma, in un confronto molto difficile. Veniva da risultati negativi e ha dimostrato carattere e mentalità». Che Fiorentina troverà? «Una squadra che sta vivendo un momento magico e carico di entusiasmo.

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Il terzo posto in classifica, le tante vittorie consecutive e la brillantezza sul campo: c’è una spinta favorevole». Qual è l’aspetto che la attira di più della partita? «Dal punto di vista tattico è un incrocio di grande interesse.

Sia la Fiorentina che il Verona si propongono sempre, si muovono per attaccare in velocità». Zanetti ha reagito in una fase complicata, dopo le sconfitte con Monza, Atalanta e Lecce. Cosa ne pensa? «È stato bravissimo a compattare la squadra, a darle lo spirito che occorreva per risollevarsi.

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Ha fatto le scelte giuste, quelle che hanno portato ad avere la meglio sulla Roma. Sta lavorando bene». Alla Fiorentina, dopo un avvio incerto, Raffaele Palladino ha cambiato marcia, conquistando tutti... «Era naturale, dopo tre anni con un tecnico, Italiano, che ha fatto bene, lasciando una determinata impronta, ci dovesse essere un periodo di adattamento a idee diverse.

Palladino ha iniziato a incidere in maniera profonda. Sta valorizzando le ottime qualità della Fiorentina». Verona e Firenze: piazze che si somigliano? «Sì, per la passione straordinaria che hanno. Città che amano totalmente le squadre, in cui è bello e gratificante fare calcio, tutti i giorni».

Il momento di cui va orgoglioso delle sue cinque stagioni alla Fiorentina? «Il giorno in cui, nell’estate 2006, venne emesso il verdetto che decretava la retrocessione in B per i fatti di Calciopoli. Eravamo in ritiro, pochi mesi prima c’eravamo qualificati alla Champions.

Insieme, decidemmo di andare avanti, a prescindere da tutto. La sentenza d’appello modificò quella di primo grado, ripartimmo in A con una forte penalizzazione. La recuperammo e accedemmo all’Europa League».


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