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'Poveri' ma ribelli: è Italia League. Il ranking cresce anche grazie ai viola. Ma il West Ham ha ingaggi doppi

Distanti a livello economico dalle inglesi e non solo, ma le squadre italiane stupiscono in Europa. Recuperando nel ranking Uefa

Poveri ma ribelli. I ragazzacci del calcio italiano piantano il bandierone sulle tre cime d’Europa, guardano tutti dall’alto e riscoprono l’effetto che fa, a ventinove anni dall’ultima volta (Milan e Inter vinsero Coppa Campioni e Uefa, il Parma perse la Coppa delle Coppe).

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E a trentatré dall’anno di grazia 1990, quando non solo le finaliste furono quattro (derby Juve-Fiorentina in Coppa Uefa) e arrivo l’en plein con Juve, Milan e Samp, ma il nostro calcio trionfava anche in Mitropa Cup con il Bari e lo stesso Milan di Sacchi si sarebbe portato a casa pure Supercoppa europea e Intercontinentale.

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Così scrive il Corriere della Sera. INATTESE. Però anche questa stagione non è niente male, a prescindere dall’esito delle tre finali Inter-Manchester City, Roma-Siviglia e Fiorentina-West Ham. Perché l’abbondanza, che comprende anche il contributo delle altre semifinaliste Milan e Juventus, è sinceramente inattesa.

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E — anche tra mille problemi contingenti e strutturali — ci ricorda che anche se ha fallito la seconda partecipazione di fila ai Mondiali, l’Italia è pur sempre campione d’Europa in carica e a giugno si gioca la Nations a partire dalla semifinale contro la Spagna del 15 giugno.

RANKING E MONTE INGAGGI. La risalita è certificata dal ranking Uefa stagionale, dove l’Italia è seconda a un passo dall’Inghilterra (4.484 punti contro 4.442) e ha staccato nettamente Spagna e Germania. Anche nel ranking decennale i passi in avanti sono evidenti: il nostro calcio tallona quello tedesco per occupare il secondo posto, dietro gli inglesi.

Anche se il City è primo nel ranking e l’Inter decima, la Fiorentina addirittura ottantesima, siamo di fronte a una crescita notevole, specialmente se si considerano le capacità di spesa della serie A, ben certificata dalla distanza con le altre finaliste: il monte ingaggi del City (213 milioni lordi) fa ombra a quello dell’Inter (133), che è il secondo in Italia dietro alla Juve.

Il West Ham spende per gli ingaggi il doppio della Fiorentina (95 a 51) mentre Roma (90) e Siviglia (88) si guardano negli occhi, per ricordarsi che la classe media esiste ancora.


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