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Palladino: “Non è facile rimanere lassù. Adesso ci affrontano tutti per batterci“

L’intervista al tecnico viola: “Mi piace sentire le emozioni dei miei giocatori. Tutti diventano leader”.

Se c'è un filo che tiene ancora uniti il Raffaele giocatore con il Palladino allenatore è quello dell'equilibrio, scrive La Repubblica. A 40 anni è il secondo allenatore più giovane della Serie A dopo Fabregas del Como ed è già alla sua terza stagione.

Quando ha imparato l'arte dell'equilibrio?

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«Da calciatore. Non leggevo le critiche, evitavo i complimenti. Adesso sbircio la rassegna stampa ma con l'esperienza gestisco meglio le emozioni. L'equilibrio è la mia forza e lo trasmetto alla squadra che riflette l'animo dell'allenatore».

La sua Fiorentina crede in qualcosa di grande?

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«Dopo le prime gare, a mercato ancora aperto, abbiamo cercato gli incastri giusti e la quadra tattica. Si è creata una magia interna: è merito dei ragazzi, quello che fanno durante gli allenamenti è incredibile perché le mie richieste sono toste».

Sei vittorie di fila: potete rimanere in alto?

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«Mi piace la convinzione dei miei ragazzi, sono ambiziosi. Alcuni provengono da grandi club, portano questa mentalità e mi fa impazzire di gioia questa cosa. Ma bisogna guardare la realtà: non è facile rimanere lassù, ci sono club attrezzati che hanno speso tanto.

Dipende tanto da noi: adesso ci affronteranno tutti per batterci, siamo in alto e diamo fastidio».

Ma lei ha giocatori di carattere .

«De Gea, Gosens, Kean. Insieme a Bove, Cataldi e Adli hanno portato la mentalità che serviva alla Fiorentina.

Un gruppo fantastico che rema tutto dalla stessa parte. Devo ringraziare il presidente Commisso, il dg Ferrari insieme a Pradè e Goretti che mi hanno consegnato questa rosa».

Utilizza i social?

«Piano piano mi sto abituando, ho un social media manager con cui condivido il mio pensiero, questa è un'epoca in cui è fondamentale dare messaggi ai tifosi, ai calciatori, ai giornalisti».

Perché ha dato una settimana di riposo ai suoi giocatori?

«Era doveroso nei confronti di un gruppo che mi dà tanto ogni giorno. Un giusto premio. Ma non sono in vacanza: hanno un programma di allenamenti, mi hanno promesso che lo rispetteranno».

Si fida?

«lo cerco il dialogo individuale e di squadra. Mi piace capire più l'aspetto emotivo e personale che calcistico. C'è il calcio, okay. Ma a volte ci sono problemi anche interpersonali. Ho 40 anni, mi sento vicino a loro e abbiamo un rapporto moderno.

Parlo di tutto: anche di ristoranti e di come si vive a

Firenze».

Ha anche un gruppo WhatsApp con loro?

«Ho sempre evitato: penso debbano avere la loro libertà di scriversi. Ogni tanto vado a spulciare i messaggi ma rimane un loro luogo.

Però dopo l'ultima partita ho chiesto al team manager di mandare un messaggio».

E cosa diceva?

«Grazie a tutti ragazzi, vi voglio bene».

Parla spesso prima della gara?

«Quando arriviamo al campo, sì. Cerco di toccare i punti che mi interessano, con le parole giuste per stimolare i ragazzi.

Ma faccio parlare anche un giocatore a turno. Mi piace sentire le loro emozioni. Così tutti diventano leader. Sono loro i protagonisti e così si stimolano a vicenda».

Firenze è in festa, lo sa?

«I tifosi viola sono unici, vedo nei loro occhi la felicità.

Sono quasi sorpresi di questo momento.

Però non abbiamo fatto ancora niente: quando la squadra non girerà, avremo bisogno del loro calore. Non so dove potremo arrivare, è un campionato molto equilibrato e dobbiamo concentrarci su noi stessi».

Quante volte la chiama Commisso?

«Il presidente è fantastico. Cinque minuti dopo il triplice fischio arriva la sua telefonata. Percepisco gioia e soddisfazione. E bello perché per noi lui ha fatto tanto».

Pensa già al mercato di gennaio?

«Non ci siamo dati degli obiettivi. Firenze è una piazza molto ambiziosa, come la società: dobbiamo cavalcare l'entusiasmo. Non pensiamo al mercato. Poi la società lavora ogni giorno, si confronta con me, cerchiamo il bene della Fiorentina».

Dove vive a Firenze?

«Al Viola Park, dormo qui. Non voglio perdere neanche un minuto della mia giornata per la Fiorentina. Tanti mi dicono che sono pazzo e che dovrei staccare ma non ci riesco. Mi sono appassionato a Xabi Alonso, che vive il calcio in modo totale».


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