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Palladino e la rottura rispetto a Italiano: dal modulo al possesso non più sterile

Meno orizzontale ma con verticalizzazioni continue, esterni in sovrapposizione e costruzione dal basso. Ecco le prime idee di Palladino

Lavori in corso. Sta nascendo la Fiorentina di Raffaele Palladino. Almeno tatticamente, dato che di nuovi volti se ne vedono pochi: per ora l'unico innesto è quello di Moise Kean, che domenica contro la Primavera ha disertato assieme a Pietro Terracciano per proseguire il programma di lavoro personalizzato.

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Insomma, il tecnico viola aspetta che vengano esauditi i suoi desideri un po' come è accaduto per Kean, attaccante espressamente richiesto dall'ex Monza, nel frattempo studia i giocatori che ha a disposizione nell'ottica di costruire una squadra molto diversa rispetto a quella guidata da Vincenzo Italiano l'anno scorso.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. MODULO, POSSESSO E COSTRUZIONE. A partire dal modulo che non corrisponderà più al 4-2-3-1 lanciato dall'ormai allenatore del Bologna, ma un 3-4-3 che parte dal presupposto di dare più peso alla fase difensiva rispetto a quanto accaduto finora.

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È il grande cambiamento, con la costruzione che comunque inizierà rigorosamente dal basso. Il tecnico campano è pur sempre figlio del suo tempo, dunque la famosa partenza arretrata, marchio di fabbrica del calcio moderno, fa indiscutibilmente parte del suo repertorio.

Altro grande punto fermo del Palladino-pensiero è il possesso, che non si traduce in un giro palla sterile, pensato unicamente per depotenziare la spinta avversaria, bensì nella realizzazione di una manovra studiata ed efficace.

Accompagnata da una dose sistematica di verticalizzazioni, alla ricerca del riferimento offensivo (nel caso della Fiorentina attuale, Kean). ALTERNANZA DEGLI ESTERNI. Un altro spunto di riflessione offerto dall'amichevole di domenica riguarda il lavoro degli esterni.

Palladino, avendo a disposizione giocatori sostanzialmente di spinta, ha scelto di optare per le sovrapposizioni. È il caso di Kayode, impiegato come centrale di destra e quindi dietro a Dodo, quest'ultimo quarto di centrocampo.

In più occasioni il classe 2004 si è appellato al proprio brio per sfruttare gli appoggi del brasiliano lungo la fascia. Stessa dinamica dall'altra parte del campo fra Biraghi e Parisi.


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