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Palladino come Conte o Mourinho: dritto al punto sul mercato. Ma tante cessioni ancora da definire

A sei giorni dalla fine del mercato la Fiorentina è praticamente a metà del lavoro, secondo le idee del tecnico

Ci sono quelli che «la società sa quello che deve fare», quelli che «non spetta a me parlare di mercato» o quelli che, qualsiasi cosa accada, si mostrano (magari covando dentro fastidi e preoccupazioni) sereni e tranquilli.
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Questione di personalità, abitudini e, perché no, rapporti con la dirigenza. Poi però, ci sono pure quelli come Raffaele Palladino. Ultimo (e sorprendente) esemplare di mister alla Jose Mourinho o Antonio Conte. Allenatori che non bluffano mai e parlano chiaro.

Davanti ai microfoni, come se fossero in una riunione col club. E così giovedì sera, dopo averlo già fatto in almeno un altro paio di occasioni, il nuovo tecnico della Fiorentina è andato dritto al punto, scrive il Corriere Fiorentino.

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DAI TRE AI CINQUE. «Spero che la società mi dia una mano — ha detto dopo il pareggio con la Puskas Akademia — perché ci serve almeno un giocatore per reparto». Sembrava già una richiesta forte così eppure, proseguendo quel discorso, Palladino è andato addirittura oltre.

«Mancano sicuramente un difensore, anche due visto che stiamo giocando a tre, un centrocampista anche se poi conosciamo quale sia la situazione di Amrabat, un quinto e forse qualcosa davanti». Traduzione: tre acquisti come minimo sindacale; quattro per farlo felice, cinque per portare a termine un lavoro almeno a livello numerico perfetto.

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USCITE. Missione sicuramente non impossibile ma certo, considerando che manca ormai meno di una settimana alla chiusura del mercato, parecchio complessa. Anche perché in parallelo Daniele Pradè deve pensare anche alle uscite.

Quelle eccellenti (vedi Nico e Amrabat), quelle dei tanti esuberi (i vari Ikonè, Brekalo, Sabiri) e quelle che nessuno in un primo momento avrebbe potuto immaginare. Basta pensare a Parisi, tanto per fare un esempio, visto che il mister ha chiesto un «quinto» e resta difficile che il sacrificato possa essere Kayode.

A sei giorni dal gong insomma, almeno secondo il pensiero dell’allenatore, la Fiorentina è bene che vada a metà del lavoro.


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