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"Ora facciamo il capolavoro": Italiano carica, la Fiorentina torna indietro di 62 anni

La capacità di superare momenti difficili, l'ambizione di puntare in alto. Nel '61 arrivarono due finali, entrambe vinte. La Viola ci riprova

Alla fine, un’ora dopo la conquista del sogno, si è sciolto anche lui. Nel ventre del St. Jakob Park Vincenzo Italiano, di solito sempre misurato, ha sancito il successo della Fiorentina e il successo personale attraverso i paroloni: «Superlativi», «fantastici»,«straordinari», «orgoglioso di loro».

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E poi il parolone che forse più gli sta a cuore, quello su cui il tono di voce si alza: «Capolavoro». A Basilea è stato fatto, ma Italiano si riferisce a qualcos’altro: ora si attende che la Fiorentina trasformi tutto il lavoro svolto in una vittoria a Praga.

E di certo non dimentica (come potrebbe?) la sfida di Coppa Italia contro l’Inter di mercoledì prossimo. Saranno 20 giorni pazzeschi, due finali che riportano indietro i viola di 62 anni, stagione 1960-‘61, l’ultima volta di un “doblete”, peraltro (all’epoca) vincente : coppa nazionale e coppa europea.

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Da brividi. Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. CARICA. Al centro di tutto questo c’è lui, Vincenzo Italiano, che sta sgretolando piano piano le perplessità che lo hanno accompagnato in questi due anni, soprattutto nei momenti difficili.

Adesso Italiano ha ancora più fame. Nella notte di Basilea ha confessato che «i giocatori hanno terminato la partita distrutti, sono andati oltre la fatica», ma è pronto a guidarli verso nuove sfide: «Dobbiamo continuare a sudare, è stato fatto un grande lavoro, ora ci vuole il capolavoro.

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Trasformiamo tutto ciò in qualcosa di grande. Da inizio stagione penso a Praga, quello che viviamo è il coronamento di un percorso iniziato a Moena due anni fa. Ci sono stati dei momenti in cui abbiamo anche rischiato di complicarci la vita, penso alle partite casalinghe nelle quali potevamo rovinare tutto.

Ma i ragazzi sono stati bravi, hanno reagito. E hanno dimostrato di volermi bene: io sono orgoglioso di ciò che hanno fatto. Ma già durante la riunione tecnica lo avevo capito: avevano gli occhi giusti, c’è stato anche un applauso, importante perché ci ha caricati.

Il gol del Basilea poteva ammazzarci, invece abbiamo conquistato una vittoria strameritata».


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