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Nel segno del 9: Fiorentina votata all'attacco, i viola segnano con irrisoria facilità

Due gol al Milan, sei al Lecce, quattro al San Gallo e cinque alla Roma. Fiorentina schiacciasassi in attacco

La prova del 9, anzi dei 9. Come il minuto di gioco del gol del provvisorio 1-0 Moise Kean, come il numero di maglia di Lucas Beltran, autore del 2-0, e 9 come i gol segnati in 116 minuti di Serie A, dal 20’ del primo tempo di Lecce al 41’ di quello con la Roma.
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Un numero che così può simboleggiare ciò che la Fiorentina rappresenta ad oggi: una squadra votata all’attacco, concettualmente e tecnicamente, in grado di trovare risposte e riscontri immediati, come i quattro centri in appena 53 minuti contro una Roma apparsa (ancora una volta e ripetutamente) in totale affanno.

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Così scrive il Corriere Fiorentino. A SEGNO. Dopo i 2 gol segnati al Milan, i 6 al Lecce e i 4 al San Gallo in Conference, anche contro i giallorossi la squadra di Palladino ha confermato la sua fisionomia offensiva e verticale.

La sensazione è che sia già condivisa e metabolizzata da tutti, ognuno nei propri ruoli, la strada più veloce e il modo più efficace per trovare la porta. Solo contro Venezia ed Empoli, fin qui, la Fiorentina non ha trovato la via del gol: non solo, perché la gara coi lagunari è stata l’unica della stagione in cui la viola, tra le mura dello stadio Franchi, non è riuscita a siglare almeno 2 reti.

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ORCHESTRA. Beltran ieri ha bissato il gol segnato contro il Lecce. Solo in un’altra occasione, in maglia viola, era andato a segno per due volte consecutive in campionato, era la 16esima e 17esima giornata dello scorso campionato e i due gol dell’argentino consegnarono un doppio 1-0 contro Verona e Monza.

La prova dei due attaccanti gigliati non è solo rappresentata dalla reciproca marcatura, ma anche dal modo in cui Kean ha lasciato al compagno di squadra la responsabilità del tiro dagli undici metri. Da Adli a Gudmundsson, da Colpani a Quarta, fino a Kean e Beltran e Bove: la viola si è trasformata in un’orchestra, diretta da Palladino, dove la sinfonia è scandita dall’irrisoria facilità con cui la squadra riesce a penetrare nella trequarti offensiva e trovare la via del gol.


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