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Modulo, Gudmundsson e scelte coraggiose: le mosse per il cambio di passo viola

Reduci dalla vittoria sul Milan i viola si apprestano a vivere un vero tour de force con tanti impegni tra campionato e Conference League

Sarà tutto oro quel che luccica? La domanda è lecita ma per avere una risposta più o meno certa bisognerà aspettare ancora. Del resto, si sa, nel calcio gli esami non finiscono mai e prima di poter certificare il fatto che la Fiorentina abbia veramente svoltato in positivo serviranno altre conferme.

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Scrive il Corriere Fiorentino. Troppo poco insomma quanto visto nelle ultime gare per poter mettere sul serio una pietra sopra il difficilissimo avvio di stagione ma i segnali positivi non mancano e sarebbe sbagliato ignorarli.

I numeri, prima di tutto

Dal secondo tempo della sfida con la Lazio (iniziato con i viola sotto per 0-1) Kean e soci hanno cambiato marcia ribaltando il risultato con i biancocelesti, andando a pareggiare sul campo dell’Empoli per poi battere i New Saints nella prima gara del girone di Conference e il Milan in quella che fino ad ora rappresenta sicuramente la miglior esibizione di questo primo scorcio di 2024-25.

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Un filotto di risultati (non sempre per la verità accompagnato da prestazioni esaltanti) figlio di tante motivazioni e che non può che portare la firma di Raffaele Palladino. Il mister ci ha messo un po’ (forse troppo) a trovare il bandolo della matassa ma ha saputo cambiare dimostrando anche una discreta dose di coraggio.

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Il primo riferimento non può che essere alla marcia indietro sul modulo

Dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1 e, come per magia, ecco arrivare i risultati. Una svolta nata nel momento più difficile, dopo quei primi 45’ del match con la Lazio nei quali si era vista una squadra timida, impaurita, fragile e incapace di rendersi pericolosa.

Nella ripresa invece, col nuovo assetto, tutto il contrario. Certo, non va sottovalutato l’ingresso di Gudmundsson che, fino a quel momento, non aveva mai giocato. Perché in fondo a fare la differenza sono e saranno sempre soprattutto i giocatori e tra avere o non avere il finlandese il mondo cambia.

Eccome. A balzare agli occhi comunque, aldilà di un gioco non sempre spettacolare (anzi) è il rendimento difensivo. Tanto inquietante con la linea a tre quanto granitico dopo il ritorno al pacchetto a quattro. Tre partite e mezzo infatti, e un solo gol (quello di Pulisic) subito.

Per il resto, porta sempre e comunque inviolata: nel secondo tempo con la Lazio, contro l’Empoli e contro i New Saints. Ma non è (solo) questione di modulo. La sensazione infatti è che dopo un inizio nel quale non si capiva bene quale fosse la strada scelta Palladino abbia preso una direzione precisa: linea bassa, attesa e ripartenze.

Un atteggiamento perfetto contro squadre aperte come il Milan ma che può soffrire (vedi Empoli) contro chi a sua volta sceglie di chiudersi.

Modulo, filosofia di gioco, recuperi importanti ma anche scelte forti

Nelle ultime uscite infatti il mister ha avuto il coraggio di tener fuori giocatori che parevano intoccabili e che, soprattutto, e avevano e hanno un peso specifico notevole a livello di spogliatoio. Stiamo ovviamente parlando di Quarta e Biraghi, rimasti a guardare sia contro l’Empoli che nel big match con il Milan.

Una doppia esclusione che certo non ha fatto piacere né all’argentino né al capitano anche se la risposta del gruppo, almeno per il momento, è stata più che positiva. Nel momento più duro insomma, Palladino ha dimostrato di avere la barca in mano.

La sfida, ora, è mantenere la rotta.


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