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Metodo Palladino: confronti, meno tattica e più gestione, così l’allenatore ha responsabilizzato tutti

Decisiva la scelta di assecondare le richieste della squadra

Come riportato dal Corriere Fiorentino, non di sola tattica è fatta la vita di un allenatore. Certo, alla base del buon funzionamento di una squadra molto spesso c'è lo stare in campo nel modo giusto e la stessa Fiorentina ne è la dimostrazione.

Partita seguendo un modulo e principi molto ben definiti (difesa a tre, marcatura uomo su uomo a tutto campo e costruzione dal basso) ha svoltato proprio quando ha cambiato strada, tornando alla linea a quattro dietro e, soprattutto, alla difesa di reparto e ad un gioco molto più diretto.

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Ciò significa insomma che anche quegli aspetti incidono e che sbaglia chi crede che la tattica sia la morte del calcio. Il guaio semmai, e così veniamo al «Metodo Palladino», è quando ci si concentra solo su quella, lasciando da parte il resto.

Il segreto insomma sta nel trovare un giusto equilibrio tra ricerca dei giusti meccanismi e lavoro su altri aspetti ugualmente importanti. […] Un paradosso, apparentemente, ma che nasconde concetti molto credibili e concreti.

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Il primo: la semplicità. Il mister infatti ha capito che questi giocatori non avevano bisogno di essere riempiti di nozioni ma che, al contrario, chiedevano pochi precetti, ma chiari. Volendo, è un po' quello che è successo con la Nazionale di Spalletti.

All'Europeo il ct chiedeva qualcosa di troppo complesso e, dopo l'estate, è ripartito da un paio di concetti, ma molto ben definiti. Palladino ha fatto lo stesso e lo ha fatto, e cosi veniamo ad un punto fondamentale del suo metodo di lavoro, dopo un confronto con il gruppo.

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Il tecnico viola infatti spende tantissimo tempo nei colloqui con i giocatori, individuali e non solo, ed è stato proprio parlando con loro che ha capito (anche grazie ad una loro precisa richiesta) che sarebbe stato meglio mettere da parte la difesa a tre.

Altra parola chiave: responsabilità. Torniamo alle parole post Torino. «Loro sono bravi a trovare le soluzioni giuste». In pratica, è quello che teorizzava anche Paulo Sousa: mettere a disposizione dei calciatori una serie di conoscenze e lavorare affinché siano loro sul campo a prendere le decisioni.

Certo, occorrono giocatori forti e di personalità, altro aspetto da non sottovalutare, perché tutto questo sia possibile servono giocatori forti e di personalità. Palladino li ha, e anche questo si può considerare un merito. Quante volte infatti si è detto di allenatori come Ancelotti, Mourinho o Conte, tanto per citarne alcuni, che sapevano farsi comprare i giocatori?

Ecco. Il mister viola in estate non ha esitato ad alzare la voce quando i rinforzi non arrivavano e, alla fine, è stato accontentato se non in tutto e per tutto, quasi. Gestione, semplicità, condivisione, pragmatismo e personalità.

Sono questi i cinque principi cardine su cui si basa Palladino e sulle quali, lui stesso, ha costruito questo inizio di stagione da sogno.


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