×

L'altra corsa di Carletto. I tre anni a Firenze del giovane Mazzone

Quando Carletto Mazzone, scomparso sabato, corse in campo perché i difensori viola lasciarono segnare in rovesciata Pulici

Nel 1975 il Vincenzo Italiano della Fiorentina era Carletto Mazzone. Arrivò a Firenze a 38 anni, allenatore emergente di allora. Mazzone arrivava dopo la suggestione Rocco, uno dei più grandi in assoluto, che però proprio da queste parti non si trovava, abituato com’era ai ritmi e alle frequentazioni milaniste.
sponsored

Il Paron se ne andò via al termine del campionato, salutando la compagnia con una clamorosa vittoria per 4 a 1 contro la Juve. E dunque quasi mezzo secolo fa, in un mondo completamente diverso da quello attuale, la Fiorentina si presentava al via con un tecnico emergente e con un piccolo esercito di ragazzi che erano la meglio gioventù del calcio italiano.

sponsored

Caso, Roggi, Guerini, tutti già nel giro della Nazionale, il ventenne Desolati in ascesa continua, più il grande Merlo e soprattutto lui: Giancarlo Antognoni, il giocatore che tutti avrebbero voluto acquistare. Poi succede che Roggi e Guerini devono in pratica lasciare il calcio per motivi diversi, Caso sta fuori a lungo e all’inizio neanche Carletto si integra con Firenze.

sponsored

Così scrive il Corriere Fiorentino. QUELLA CORSA IN CAMPO. Mazzone studiava calcio, senza avere i mezzi di oggi e neanche le videocassette. Nell’anno dello scudetto granata, la Fiorentina perse a Torino per 4 a 3. Pulici segna una rete straordinaria in rovesciata, approfittando però della libertà concessa dai difensori viola: Mazzone perde la testa, come poi sarebbe successo 25 anni dopo a Bergamo, ed entra in campo con l’idea di giustiziare sul posto i colpevoli.

Arriva ad un passo dai malcapitati, ritorna in sé e con una mossa da attore consumato va a stringere la mano allo stupito Pulici, che sorride imbarazzato. La sera alla Domenica Sportiva, imperdibile liturgia del tifoso, l’istrionesco Mazzone venne celebrato come il più inglese dei tecnici per il suo fair-play.

TERZO POSTO ED ESONERO. Nella seconda stagione viola si integra molto meglio con la città, nasce un’amicizia con Mario Ciuffi che non finirà mai ed arriva un insperato terzo posto dietro a due mostri come Juventus e Torino. Tutto sembra pronto per il grande salto ed invece è solo illusione.

Acquisti sbagliati, difficoltà economiche e soprattutto la tarsalgia di Antognoni non solo bloccano i sogni di gloria, ma scaraventano la Fiorentina ad un passo dalla retrocessione in serie B. Il presidente Melloni, che pure aveva nel cuore Carletto, è costretto ad esonerarlo, seguendo la regola non scritta che nel calcio a pagare è sempre l’allenatore.

Mazzone se ne va tra l’amarezza generale, ma senza alcun risentimento, continuando ad essere affezionato a Firenze e alla Fiorentina. Ed è un vero peccato che nei trent’anni successivi non abbia mai avuto la possibilità di prendersi la rivincita.


Lascia un commento