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L'abbondanza della Fiorentina: rotazioni decisive per gestire le forze

Kouame, Beltran e gli altri: così Italiano può aumentare le frecce al suo arco E ora c’è Maxime Lopez pronto a debuttare

C’è chi lo chiama turnover e chi, per non cedere agli inglesismi, preferisce parlare di rotazioni. Vincenzo Italiano, in realtà, non sta né con gli uni né con gli altri. Per lui, infatti, si tratta semplicemente di gestione del gruppo.

Il modo migliore per tener tutti sulla corda, scrive il Corriere Fiorentino, senza lasciare nessuno per strada evitando, di conseguenza, il rischio che qualcuno molli. Un concetto che lo accompagna fin dall’inizio della sua carriera da allenatore e che, salvo qualche rarissima eccezione, non ha mai tradito.

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Con lui la «formazione tipo» è molto labile. E basta pensare alla sua storia alla Fiorentina per capirlo. Ricordate la sua prima stagione? Quella degli undici iniziali quasi sempre cambiati e, tanto per unire passato e presente, ad alcuni giocatori che parevano persi e che con lui invece si sono ritrovati.

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Un nome su tutti: Kouame. È lui, probabilmente, l’uomo immagine dell’Italiano pensiero. Da scarto, a pedina fondamentale. Da esubero, a jolly da calare sul tavolo nel momento del bisogno. E chissà che brividi di soddisfazione avrà sentito il mister ascoltando l’intervista post Atalanta dell'ivoriano.

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«L’altro giorno ho letto una frase che ha cambiato il mio modo di pensare. Diceva che anche quando vai in panchina devi allenarti al massimo per essere decisivo quando entri. Giocare titolare non conta nulla, quando tocca a te devi dare tutto».

È questo che vuole l’allenatore ed evidentemente, almeno stando ai numeri, i suoi hanno imparato a seguirlo. L’anno scorso infatti, il tecnico viola è stato il re dei cambi in serie A: sono stati 17 i gol segnati dai subentranti (il Napoli, secondo, si fermò a 16) e, contando gli assist, il contributo diretto di chi è entrato dalla panchina sale a 25.

A questi vanno aggiunti quelli nelle coppe. Una statistica questa che rende Italiano particolarmente orgoglioso visto che (appunto) per lui la gestione del gruppo è sacra. Gol, quindi, ma non solo. Contro l’Atalanta tutti quelli entrati a partita in corso hanno inciso.

L’ha fatto Beltran (dando il via all’azione del 3-2), l’ha fatto Arthur e, nel finale, anche Biraghi è entrato col piglio giusto. Segnali particolarmente importanti visto che da ora in avanti, e a partire dai prossimi due impegni contro Genk e Udinese, ci sarà davvero bisogno di tutti.

A centrocampo, per esempio, sta per scoccare il momento di Maxime Lopez. Il francese sbarcato in viola l’ultimo giorno di mercato non ha ancora potuto esordire per via dei due turni di squalifica che si portava dietro da Sassuolo ma ha sfruttato la sosta per un «corso accelerato di Italiano» e molto presto avrà la sua occasione.


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