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Italia sconfitta ma a testa alta in Europa: la riscoperta dei numeri 10

Bottino magro per le italiane che sono state tutte sconfitte nelle finali europee: eppure nessuna delle tre è stata surclassata dall'avversario

Tre finali perse su tre, ma non è il caso di deprimerci. Conta molto di più il fatto che ci siamo arrivati. Non dimentichiamo che nell’ultimo decennio abbiamo vinto solo una Conference League (Roma) e giocato e perso solo 6 altre finali europee (3 di Champions).

Nel decennio 1988-98 invece abbiamo sollevato 13 trofei internazionali (4 Champions). Una pesca miracolosa. Scrive La Gazzetta dello Sport. Ma avevamo altri campioni, da Van Basten, a Maradona a Ronaldo. Per questo dobbiamo dare valore alle tre finali, anche se perse.

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Sono arrivate grazie al gioco di squadra e non per grazia ricevuta dal talento. Roma, Fiorentina e Inter, tutte, hanno giocato alla pari con le avversarie, se non meglio, e avrebbero meritato di più. Roma (5-3) e Inter (5-4) hanno tirato in porta più di Siviglia e City; la Fiorentina ha tenuto palla per il 67,6% del tempo.

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Ce la siamo giocata con personalità. Forse, proprio la disabitudine alle finali ci ha penalizzati negli episodi decisivi. Hanno segnato Dybala e Bonaventura, due 10. Coincidenza? Forse no. Forse è il tipo di giocatore che manca all’Inter e che, nelle finali, spezza gli equilibri.

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Uno come Baldanzi che ha preso per mano la splendida Under 20 e l’ha portata a un’altra finale.


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