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Il sogno spezzato di una città, ma non è tutto da rifare. Da Italiano alle scelte di Commisso: si può crescere da qui

C'è da leccarsi le ferite, poi capire cosa non ha funzionato. Una squadra andata oltre i propri limiti, ora ci sono le scelte per il futuro

Era il rischio a cui nessuno voleva nemmeno pensare. Restare con un pugno di mosche dopo aver sfiorato per due volte in quindici giorni il trionfo, prima in Italia poi in Europa. Nessuna coppa a cui far posto nella polverosa bacheca viola.

Così scrive il Corriere Fiorentino. NON E' TUTTO DA RIFARE. Ci sarà tempo per capire cosa non ha funzionato, cosa è mancato a una squadra arrivata a giocarsi due finali e al momento si ritrova fuori dall’Europa la prossima stagione (a meno di squalifica della Juventus da parte della Uefa).

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La difesa troppo spesso e anche ieri non all’altezza, così come la mancanza ormai cronica che dura da un anno e mezzo di un attaccante capace di arrivare in doppia cifra. Adesso però è il momento di leccarsi le ferite, di provare a guardare il bicchiere mezzo pieno che questa stagione così lunga (60 partite, un record) lascia comunque in dote alla Fiorentina e ai suoi tifosi.

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Sarebbe ingeneroso (sbagliato) lasciarsi andare al più fiorentino di tutti gli adagi, quello che Gino Bartali sintetizzò in una frase divenuta storica: «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare». Perché c’è un regalo che questa stagione che si è conclusa nell’amarezza, lascia alla squadra viola: il ritorno di un entusiasmo e di una partecipazione di tutta la città che da troppo tempo non si vedeva e che spesso, invece, è riuscita a spingere oltre i propri limiti (anche pungolando) la squadra e la società.

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ENTUSIASMO RITROVATO. Un patrimonio, l’entusiasmo della gente, che la società è chiamata a coltivare il più possibile perché la lunga cavalcata europea di questa stagione ha dimostrato ancora una volta come l’alchimia (come usava definirla Prandelli) tra squadra e città sia decisiva per un club come la Fiorentina.

Ciò che servirà da qui alle prossime settimane quando verranno poste le basi per la squadra della prossima stagione, è riuscire a regalare un nuovo sogno da inseguire. Serviranno investimenti importanti per rafforzare una squadra che, anche ieri sera lo ha dimostrato, ha giocato al massimo delle proprie capacità (e spesso anche oltre) per mesi e che probabilmente è finita fuori giri proprio sul più bello.

Certo, la permanenza di Italiano, oggi più che mai diventa fondamentale per garantire una continuità. Da oggi infatti l’allenatore sarà chiamato a resistere alle sirene del Napoli (e chissà che non siano le sole) e a fare chiarezza sulle proprie intenzioni.

LE SCELTE DI COMMISSO. Dall’altra parte il club con le scelte di mercato, le cessioni (quella di Amrabat appare inevitabile ma non per forza deleteria se i milioni saranno reinvestiti bene) e soprattutto gli acquisti dovrà dimostrare di aver solo iniziato il suo percorso di crescita e che certi palcoscenici europei dovranno diventare la normalità invece che l’eccezione.

A deciderlo potrà essere solo Rocco Commisso, apparso visibilmente emozionato nelle ultime settimane.


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