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Il risveglio del Vichingo: non resta che confermare la sua rinascita

Lucas Beltran è riuscito a rilluminare un destino che sembrava ormai scritto. Dopo la brillante prestazione di domenica, ora è il momento della verità

Sembrava già col foglio di via in mano, forse la Turchia, forse il ritorno in Argentina come destinazioni, scrive La Nazione. Lucas Beltran, prima delle 15:09 di domenica scorsa, era una sorta di viaggiatore della notte viola.

Un oggetto misterioso che non aveva saputo rivelarsi, finendo così relegato ai margini della squadra senza un ruolo preciso, incompiuto e incompreso.

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Quegli 81 minuti giocati alla grande col Lecce, ci restituiscono oggi di lui un'altra immagine.

Non più un ragazzo smarrito sotto la pensilina in attesa del treno che lo porti via, ma un giocatore vero riconsegnato alla causa viola per un percorso di calcio che potrebbe essere duraturo.

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Attaccante atipico per fisiognomica, più propenso all'agilità che non alla potenza, in Argentina per queste sue doti lo chiamavano «il nuovo Dybala», ovvero una sorte di trequartista spinto che si fa punta.

Il guaio è che fin qui questo ruolo Beltran a Firenze lo ha ricoperto solo raramente, visto che quando è sceso in campo lo ha fatto principalmente con compiti a lui non proprio congeniali. È stato ciò a frenarlo? Chissà.

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Domenica Lucas ha saputo cogliere l'occasione che il destino gli offriva, rilucidando l'argenteria del suo talento, mettendola finalmente in mostra e aprendo così scenari del tutto nuovi sul suo futuro viola.

Ora: le gerarchie dicono che là davanti i due posti da punta sono già assegnati a Gud e Kean ma in fondo questo è un falso problema. Nel calcio di oggi non si gioca più soltanto in 11 e le grandi squadre sono quelle che hanno più alternative di pari valore da mettere in campo.

A Beltran non resta che smentire con altre gare di questo livello chi si era convinto dell'inevitabilità della sua partenza e mettere in crisi Palladino al momento di stilare la formazione.


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