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Il preparatore Neri: "Due settimane in montagna non portano benefici. Il caldo si aggira"

Il preparatore atletico ha parlato del ritiro dei viola nel caldo di Bagno a Riapoli. Prima volta dopo gli anni passati in altura

Massimo Neri, 65 anni, preparatore atletico del Frosinone con un passato al fianco di Capello (dalla Roma al Real Madrid) e Lippi, spiega la novità: «Il motivo è principalmente logistico e legato ai centri sportivi ben attrezzati delle società di calcio.

E poi due settimane ad alta quota non portano alcun beneficio alla prestazione fisica». Si legge su la RepubblicaNeri, perché oggi si preferiscono i quartier generali? «Il tempo perso si azzera perché campi, palestre, piscina e l’areamedico-riabilitativa sono all’interno di un’unica struttura.

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Si lavora con il materiale che verrà utilizzato per il campionato ed è tutto lì, a disposizione. Il club che sceglie una località diversa deve spesso portarsi dietro attrezzi smontabili o, a volte, rinunciare a qualcosa». Questione di comodità.

«E di organizzazione del lavoro. Gli spazi sono grandi e magari non si perde quella mezz’ora di bus che serviva per andare dall’hotel al campo. Il caldo si aggira con allenamenti al mattino e nel tardo pomeriggio». I ritiri in montagna sono parte della storia del calcio.

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Dicendogli addio, a cosa si rinuncia? «A correre con qualche grado in meno. All’inizio ci si andava anche per poter dormire meglio, ma ora l’aria condizionata è ovunque». E a livello fisiologico? «Come ossigenazione, due settimane a mille metri non influiscono sul fisico.

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Fare la preparazione a Firenze o a Moena da questo punto di vista è lo stesso». Come si gestisce il corpo di un atleta che si allena in piena estate? «Nei club lavorano nutrizionisti che stilano tabelle personalizzate legate che variano in base alla programmazione.

Nei giorni in cui si lavora sulla forza, ad esempio, si aumenta l’apporto proteico». La Serie A inizia il 19 agosto. Nelle prime giornate chi si è allenato in città avrà dunque un vantaggio? «No, perché anche chi inizia il ritiro in altura farà ritorno in pianura giorni prima, permettendo al corpo di riabituarsi al caldo.

La differenza la faranno invece le amichevoli». Perché sono così importanti? «Per mettere minuti nelle gambe e capire l’autonomia in vista delle prime partite. E, anche se lo spettacolo non sarà il massimo, è fondamentale cominciare da test con avversari meno impegnativi per poi salire di livello.

Ma che si giochino a Bagno a Ripoli o sulle Dolomiti, non fa differenza».


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