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Il modello Commisso. Conti in regola e asset strategici: equilibrio finanziario, ma serve restare in Europa

Mercato estivo in sostanziale equilibrio tra entrate ed uscite, dopo le maxi plusvalenze dello scorso anno. Ma per non vendere sempre i migliori serve restare nelle coppe

Sul Corriere dello Sport - Stadio si fanno i conti del mercato estivo. La Fiorentina ha chiuso in equilibrio pressoché perfetto, pareggiando il saldo tra gli impegni finanziari contratti per acquisire i giocatori in entrata (60 milioni) e gli incassi certi garantiti dai giocatori in uscita (62,5).

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Il monte stipendi crescerà leggermente (+6,5 milioni) compensato parzialmente dalla riduzione di 3 milioni della spesa per ammortamenti. INCASSI. La società viola ha reinvestito i proventi delle cessioni “eccellenti” che - in questa finestra di mercato – sono soprattutto Cabral, Igor e Amrabat.

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Da quest’ultimo l’incasso certo sarà, per quest’anno, quello proveniente dal prestito (10 milioni) perché eventuali bonus (5) scatteranno al verificarsi di specifiche condizioni mentre il riscatto, fissato a 20,5 milioni, sarà a discrezione del Manchester United.

Dal calciomercato la Fiorentina ha tratto grandi benefici nella stagione 2021/22, quando le cessioni di Chiesa e Vlahovic alla Juventus avevano contribuito a generare complessivamente 114 milioni di plusvalenze, grazie alle quali il conto economico aveva chiuso con un utile netto spettacolare (47 milioni).

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La Fiorentina non ha debiti finanziari, anzi l’ultimo bilancio depositato (al 30 giugno 2022) presentava cospicue riserve di liquidità disponibile come pure il precedente. STRUTTURE. Dal suo arrivo a Firenze, il gruppo di Rocco Commisso ha spinto soprattutto la leva delle immobilizzazioni materiali, con oltre 50 milioni di investimenti tra il 2021 e il 2022 tra l’ammodernamento dello stadio Artemio Franchi, che pure resta di proprietà comunale, e soprattutto la costruzione del centro sportivo Viola Park di Bagno a Ripoli.

La Fiorentina rappresenta quindi una delle punte avanzate del nuovo modello di fare calcio in Italia, guidato (non a caso) da una proprietà americana facente capo a un gruppo industriale importante. Investimenti, tesoreria accentrata sulla controllante, zero debiti e bilanci in equilibrio.

RICAVI. Quella dei ricavi resta ancora la riga da migliorare. Commisso ha recentemente annunciato di avere raggiunto, nella stagione 2022/23, il record di ricavi operativi a 119 milioni (a cui Mediacom contribuisce con una sponsorizzazione di maglia da oltre 25) avendo alzato così di una ventina di milioni l’asticella dell’anno precedente: risultato pregevole ma pur sempre un milestone parziale per le ambizioni del gruppo.

Le sponsorizzazioni dell’azionista fanno bene, ma un club deve correre con le proprie gambe, sfruttando il brand per generare ricavi commerciali esogeni. La Fiorentina ha bisogno di fare un salto di qualità sul piano sportivo, partecipando stabilmente alle competizioni europee.

Il cammino in Conference, l’anno scorso, ha rappresentato un viatico importante perché l’approdo in finale ha consentito di incamerare quasi tutto il pool di ricavi disponibile. Da qui l’aumento previsto nei ricavi operativi.

La Fiorentina deve cercare di entrare stabilmente nelle coppe europee: in assenza di questa fonte di ricavi la società dovrà ricorrere sistematicamente al player trading, come fatto nel recente passato, per raggiungere l’equilibrio del bilancio.


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