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Gudmundsson guida la Fiorentina: un derby per la svolta

L’islandese dopo i 2 gol alla Lazio cerca il primo successo in trasferta nel derby contro l'altro club toscano di Serie A

Provaci ancora Gud. Albert, Firenze aspetta te. Non vince a Empoli dal 20 novembre del 2016 e questo derby sembra stregato, Oggi crea ancora più tensione. Perché la squadra di Roberto D’Aversa è sorprendentemente imbattuta. Scrive La Gazzetta dello Sport.

E in queste cinque giornate ha già vinto all’Olimpico con la Roma, ha sbancato Cagliari, ha bloccato la Juve e il Bologna, oltre al Monza: insomma, sono nove punti pesantissimi. La Fiorentina insegue a 6 e i primi tre punti secchi, cioè la prima vittoria, sono arrivati domenica ribaltando la sfida al Franchi contro la Lazio del toscano Marco Baroni.

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Grazie a lui

Raffaele Palladino, che fin lì aveva raggranellato tre pareggi con Parma, Venezia e Monza e una sconfitta a Bergamo, deve ringraziare proprio l’islandese che ha scelto il numero 10, e questo dice tanto, che, inserito dopo l’intervallo al posto di Martinez Quarta, con conseguente passaggio al 4-2-3-1, ha dato la scossa tecnica e mentale e ha trasformato i due calci di rigore che hanno dato la prima gioia ai viola.

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Insomma, Gud è entrato e ha risolto la sfida, da campione. Facendo scatenare il tifoso fiorentino che è sempre molto passionale. Quel numero alla Fiorentina lo ha indossato innanzitutto il mito Giancarlo Antognoni, ma è stato sulle spalle di tante stelle: da Hamrin a Rui Costa fino all’Adrian Mutu che ci giocò la Champions League.

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Oggi Firenze con l’ambizioso e generoso Rocco Commisso vuole riprendere a sognare. Il presidente, sbarcato dall’America (oggi sarà in tribuna e resterà fino alla gara contro il Milan del 6 ottobre), ha detto chiaramente che vorrebbe qualcosa in più del 7°-8° posto.

Gudmundsson è il giocatore che può accendere la squadra di Palladino. È qualità allo stato puro. Dei tanti innesti nella rosa di questa stagione è quello dotato di maggior classe. E domenica lo ha fatto vedere subito, al debutto con la maglia della Fiorentina.

Non solo per i due rigori trasformati (il primo dopo 126 secondi dal suo ingresso in campo) alla perfezione, ma proprio per il contributo dato quando il tecnico ha cambiato il modulo giocando a quattro, come l’ambiente, sempre caldissimo, vorrebbe.


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