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Gosens, la difesa a 4 non è un problema

Adattabilità, corsa, tempismo negli inserimenti: perché il tedesco resta sempre un valore aggiunto

Secondo quanto scirve il Corriere dello Sport, il cambio di sistema dalla difesa a tre alla difesa a quattro non è detto che vada a penalizzare Robin Gosens e soprattutto a allontana l'idea che possa farlo. Pensiero e valutazione sorti e sviluppati domenica scorsa quando appunto Palladino dopo sei partite e mezzo ha svoltato sul 4-2-3-1 (cominciando il secondo tempo da un 4-4-1-1 ibrido) e l'esterno ex Atalanta e Inter si è ritrovato (messo) terzino sinistro nella nuova linea arretrata composta per il resto da Dodo, Comuzzo e Ranieri.

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Dubbio, oltre che pensiero e valutazione. Perché al tedesco gli si è allungato il campo e, contrariamente al brasiliano dall'altra parte, per lui è un (piccolo) problema per attitudini e caratteristiche, ma il campo nelle stesso momento si è anche accorciato dovendo curare la fase difensiva in un modo differente e che qualcosa gli toglie.

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E siccome tra i motivi che avevano portato all'acquisto seppur alla fine del mercato, uno dei principali era da riferirsi alla scelta di Gosens quale interprete perfetto del ruolo da esterno nel 3-5-2, ecco da qui il dubbio. In qualche modo confermato dalla ripresa contro la Lazio da terzino, non con il freno a mano, ma quasi, non inibito e però meno attivo e propositivo.

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Possibile, probabile, che sia dipeso dalla necessità contingente di abituarsi al volo a posizione e movimenti diversi, e prova ne sia che non a caso con il trascorrere dei minuti è cresciuta la presenza in fase d'attacco e con essa il rendimento.

Intanto, è tutto da vedere che Palladino riparta dalla difesa a quattro domenica a Empoli come auspicato e sollecitato da più parti, e comunque sia con le sue qualità, la sua esperienza e la sua duttilità non sarebbe (non è) per Gosens un problema insormontabile, anzi.

Aumentando il raggio d'azione, aumentano anche le opzioni. Terzinoquando serve, e va bene, senza creare contrasti con Biraghi che tornerebbe largo a sinistra dove è sempre stato, e in vantaggio su Parisi che continua a non entrare nelle rotazioni di Palladino.

Ma è un'opzione anche esterno "alto" nel 4-2-3-1, che non sarà il posto naturale del tedesco e però ha un suo perché per esaltarne la facilità di creare la superiorità numerica sulla fascia, la capacità dell'ultimo passaggio che può essere determinante, l'inserimento in area avversaria per andare a cercare la via del gol in prima persona con il mancino preciso e potente di cui dispone.


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