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Gosens, la consapevolezza di essere un leader (e un bomber) della Fiorentina

L'esterno tedesco si è preso la Fiorentina in pochi giorni. Ne è diventato prima titolare e poi leader. Nel mezzo ci ha messo pur 3 gol

È nato nella Renania Settentrionale-Vestfalia in Germania, ha anche la cittadinanza olandese, ma nelle vene scorre il sangue calcistico italiano. Poco da fare, Robin Gosens in Italia si sente a casa e con lui la sua famiglia.

Scrive la Repubblica. Tanto da voler ad ogni costo tornare dalle nostre parti dopo una stagione passata all’Union Berlino molto buona dal punto di vista personale, ma complicata parlando di altri aspetti. Culminata con l’esclusione dalla lista dei convocati per Euro 2024 così dolorosa da farlo piangere per l’obiettivo sfumato.

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Ma Robin, “italiano” di Germania’, non è forte come la roccia solo nei muscoli. La forza della mente va di pari passo con quella fisica tanto dall’essersi laureato in psicologia non troppo tempo fa. Solido a tal punto da capire quando da soli è troppo complicato e farsi dare una mano è meglio, come lui spesso ha raccontato.

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Per questo finita la sua prima vita, quella calcistica, ha in mente di aprire uno studio di psicologia per aiutare gli atleti a gestire l’ansia, la pressione o problematiche simili. Perché per dirla alla Gosens, i calciatori sono dei privilegiati dal punto di vista economico, ma i problemi di salute o quelli della mente non si risolvono comprando soluzioni.

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E non ci si deve vergognare nel chiedere aiuto. Impossibile raccontare il calcio di Gosens senza prima iniziare a studiare l’uomo: non avesse fatto il calciatore forse sarebbe diventato poliziotto come il nonno, ma è la mentalità vincente ad attrarre prima delle sgroppate sulla fascia, i gol o gli assist.

Che, tra parentesi, sono già una cinquantina (combinati) in Italia. Sa di essere un leader e dopo la gara di Lecce da leader ha parlato alzando l’asticella ed evitando di nascondersi, esercizio piuttosto stucchevole soprattutto nel mondo del pallone.

Un gruppo così, sano ed altrettanto forte tecnicamente, deve provare a sognare

In campo poi è una macchina in grado di far sentire la propria prepotenza in diversi aspetti della partita. Il gol da tre punti contro il Genoa testimonia più di mille parole la voglia di incidere. È entrato in area con la forza di una catapulta a costo di travolgere il proprio avversario per poi puntare sui riflessi nell’arrivare sul pallone vagante.

Il piede sinistro infine è realmente educato ed il tocco di esterno alla destra di Leali ha chiuso il discorso. Terzo gol in viola in nove partite, media da attaccante: e di quelli buoni peraltro. I dirigenti viola possono riscattarlo per 7 milioni di euro.

Un affare per un calciatore che ha compiuto 30 anni da qualche mese. La Fiorentina può esercitarlo a piacimento, oppure aspettare che il numero di partite giocate faccia scattare il riscatto obbligatorio. Difficile però pensare che il club si lasci sfuggire l’opportunità di proseguire con uno così.


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