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Gosens arrivato in extremis, ma si è già preso la Fiorentina

Mentalità, forza, rendimento e gol. L'esterno tedesco si è preso la Fiorentina nonostante sia arrivato in viola solamente nelle ultime ore di mercato

Con il mantello di Robin volare fa meno paura. Tre gol e 2 assist in 700 minuti non bastano a identificare quello che Gosens è riuscito dal suo arrivo a portare nello spogliatoio viola, anche se già risuona fortemente l’eco delle sensazionali annate che il tedesco ha vissuto in carriera, in particolare con la maglia dell’Atalanta tra il 2019 e il 2021, con stagioni rispettivamente da 10 e 12 gol.

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Scrive il Corriere Fiorentino. Ciò che Gosens ha diffuso nello spogliatoio, però, è una miscellanea di elementi che la viola cercava disperatamente da anni: leadership, carisma, padronanza di sé nei momenti chiave. Letale nelle sue incursioni in area di rigore quanto glaciale nella gestione dei palloni più pesanti, Gosens ancora una volta è riuscito a mettere il proprio timbro su un match equilibrato, complesso e spigoloso come quello di Genova.

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Una personalità evidenziata dai numeri, ma pure da ciò che non si può registrare in dati perché sì, anche nel calcio l’essenziale è invisibile agli occhi. Dopo il gol decisivo per il 2-2 con il Monza, a partita ormai quasi archiviata, e la rete della staffa con il San Gallo, quello del Ferraris è un sigillo pesantissimo, che ribadisce per la Fiorentina il diritto di cittadinanza in zona Champions, con la squadra di Palladino in grado di mettersi alle spalle anche la Juventus.

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Champions che, tra l’altro, lo stesso Gosens ha imparato a conoscere nel corso degli anni, avendola vissuta per cinque stagioni — con 34 presenze e 5 gol — con le maglie di Atalanta, Inter e Union Berlino, e che rappresenta, insieme all’Europa League, la traduzione in immagini delle ambizioni che Firenze brama da tempo.

La rete con il Genoa, con un pallone sporco e apparso quasi per caso a un passo dal piede mancino del tedesco, abile e chirurgico nel colpire con l’esterno per annichilire ogni velleità di Leali, non per caso sembra essere arrivata proprio grazie a Gosens e alle sue qualità fuori dall’ordinario.

Difficile tenere i sogni chiusi nel cassetto, con un Gosens così. A Firenze insomma, parafrasando Cesare Cremonini, tutti vogliono essere Robin e non potrebbe essere diversamente.


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