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Gerarchie, turnover e il giusto equilibrio: riflettori puntati su Italiano

La Fiorentina deve dimostrare che lo scivolone di San Siro è stato solo un inciampo. Dall'Atalanta al Napoli, un nuovo ciclo di ferro

Il primo compito di Italiano e della Fiorentina sarà quello di dimostrare, prima di tutto a se stessi, che il clamoroso scivolone di San Siro è stato soltanto un inciampo.
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Dovrà ripartire da qui l’allenatore viola che ha dovuto gestire la sosta per le nazionali con il pensiero fisso di quel 4-0 rifilato ai suoi dai nerazzurri. E con quel mea culpa, nel dopo gara, sul poco turnover che è rimasto sospeso in attesa di essere spazzato via dal ritorno in campo.

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Quello di domenica prossima contro l’Atalanta non sarà un impegno facile. Perché al Franchi arriverà un Gasperini motivatissimo dopo le polemiche interne e perché i bergamaschi da tanti (troppi) anni hanno preso quel posto che occupava la Fiorentina.

Un sorpasso, quello dei nerazzurri, figlio di programmazione, una proprietà solida e un progetto tecnico che sembra resistere anche nel calcio di oggi, con le squadre che sembrano porti di mare e i giocatori che vanno e vengono.

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Quest’anno, tra l’altro, proprio l’Atalanta insieme alla Fiorentina è stata tra le società che più si sono mosse sul mercato piazzando colpi (come quello di Scamacca a Bergamo o Beltran a Firenze) nati dall’ambizione di crescere, in Italia e in Europa.

Così scrive il Corriere Fiorentino.

ROTAZIONI. In questo senso, i nerazzurri sono decisamente più avanti. I viola, usciti abbastanza rivoluzionati dal mercato estivo e proprio nei ruoli chiave (portiere, regista, attaccante) sono già chiamati a rincorrere per non rischiare di impantanarsi subito sia in classifica sia sotto il profilo psicologico.

Ed è Italiano, prima dei giocatori, l’uomo su cui sono puntati tutti i riflettori. Sta al tecnico riuscire a trovare il prima possibile l’amalgama giusto e quel feeling con la rotazione della rosa necessario per poter scendere in campo ogni tre giorni.

I giocatori dovranno di rimettere in discussione le gerarchie del tecnico, mostrando quella crescita che lo scorso anno si è fermata a metà. In porta (Christensen e Terracciano), in difesa (Quarta e Mina), sugli esterni (Kouame, Ikonè e Brekalo) e in attacco (Beltran e Nzola) i giochi sembrano tutt’altro che chiusi e la possibilità di conquistarsi la fiducia e una maglia da titolare sono tutte da giocarsi.

Tanto più che, così insegnano le grandi squadre, il turnover è certo necessario, ma non per forza massiccio. I grandi giocatori, di solito, giocano e sono decisivi anche quando gli incontri sono ravvicinati. In fondo l’esempio in casa viola c’è: si chiama Nico Gonzalez, che ha debellato qualsiasi concorrenza.


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