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Gazzetta: Genoa alla pari con la Fiorentina. De Gea decisivo per i viola

Momento magico per Palladino: 6 successi consecutivi contando la Conference. Gilardino fa quel che può, ma non rischia

No Kean, no party? Per almeno un’ora di gioco l’impressione è stata proprio quella. Ma poi la storia ha detto altro, raccontando di una Fiorentina che vince una gara sporca e cattiva e alla fine sale al terzo posto in coabitazione con Atalanta e Lazio, con l’Inter seconda a due punti di distanza.

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Scrive La Gazzetta dello Sport. Tanta roba, anche se prima s’era impantanata a lungo nelle maglie di un Genoa che aveva lottato alla pari. Ma poi fatalmente i limiti della squadra di Gilardino, azzoppata, ma mai doma, sono venuti fuori, il campo s’è aperto e Beltran ha pescato in area Gosens.

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Lì la fortezza del Grifone è crollata, ma poi c’è stato dell’altro, un finale di rabbia genoana che ha trovato però un De Gea superlativo. Amarezza doppia, perché prima dei rovesci societari, proprio lo spagnolo era stato a un passo dal Genoa.

Ma l’oggi dice invece che Gilardino ha perso cinque delle ultime sei partite di campionato, è tristemente sempre più all’ultimo posto e ha incassato quattordici gol nelle ultime cinque giornate e fa i conti con una malasorte grande così, non da ieri.

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Contro la Viola nove indisponibili più Mario Balotelli (in tribuna) che, per ora, deve stare a guardare. L’altra, la Fiorentina, che ha segnato sedici gol nelle ultime quattro partite, fra campionato e Conference League, piazzando sei vittorie complessive di fila.

Vitalità

Sino a metà gara, il Genoa ha tenuto bene il campo, e la Fiorentina ha trovato qualche varco a sinistra, dove lo stesso Sottil provava a tenere basso Sabelli. Ma il primo tempo è stato giocato alla pari, perché la Fiorentina ha faticato.

Ekhator ha forza fisica e talento e l’intesa con Pinamonti è stata favorita dalla variabile non prevista da Palladino del tuttocampista Thorsby guastatore in appoggio alle punte, sfruttando le doti aeree del norvegese. Così, dopo un avvio un po’ tribolato, Palladino ha invertito i due mediani piazzando Richardson a sinistra per togliere le munizioni al rossoblù.

Ma il Genoa è rimasto vivo: un diagonale di Sabelli s’è spento di poco a lato, e il fatto di restare alto non ha dato campo alla Fiorentina. Quando si accende la spia rossa, perché i Palladino-boys trovano spazi, Martin si abbassa a sinistra chiudendo su Colpani e andando a difendere a cinque.

Così sono passati 36 minuti prima che gli ospiti bussassero alla porta di Leali, prima con Dodo e poi con Richardson.

Cambio di marcia

Il canovaccio non è cambiato dopo l’intervallo, ma la Viola ha solo dovuto aspettare che gli avversari perdessero fatalmente un po’ di lucidità aprendo il campo alle incursioni ospiti. Lì Beltran si è messo a costruire gioco pescando poi Gosens per il gol-vittoria.

Ma il Genoa non si è arreso: ha ripreso l’assalto e si deve solo a un prodigioso De Gea – prima su Pinamonti e poi su Vasquez – se la Viola è tornata a casa con i tre punti in tasca e il cuore fra le rose.


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