×

Gazzetta: Fiorentina e Lazio, bel gioco e vittorie. Ecco perché crederci: Champions e non solo

Palladino e Baroni le grandi sorprese, doppio sogno per entrambe. Sliding doors al Franchi, potenzialità inespresse: da Gudmundsson a Noslin

Ma che belle sorprese! Ormai, arrivati a un terzo di campionato, non ci sono più dubbi: Fiorentina e Lazio sono le grandi rivelazioni della Serie A. Stessi punti (28), identica posizione (seconde a un punto dalla vetta), e un sogno in comune: tornare in Champions.

Anche se, in realtà, i sogni sono due per entrambe. Oltre a quello, confessabile, della Champions ce n’è un altro che per pudore non viene menzionato, ma che comincia a serpeggiare nei rispettivi ambienti: lottare per lo scudetto.

sponsored

Troppo? Forse sì, ma la classifica delle due sorpresone della A autorizza le speranze più ardite. E, a credere nell’indicibile, contribuisce pure il modo in cui hanno scalato le posizioni, offrendo un gioco spumeggiante (anche se attraverso strade diverse) e offrendo sempre prestazioni che - a prescindere dal risultato ottenuto - hanno esaltato i rispettivi tifosi.

sponsored

Così scrive La Gazzetta dello Sport. SLIDING DOORS. Il bello (o forse è stato semplicemente un segno del destino) è che la fantastica cavalcata delle due sorprese è iniziata dopo lo scontro diretto giocato al Franchi il 22 settembre.

Una vera e propria partita spartiacque per entrambe. Vinse la Fiorentina per 2-1 grazie a un rigore allo scadere trasformato da Gudmundsson. La formazione di Palladino fino ad allora non aveva mai vinto. L’1-0 in favore della Lazio alla fine del primo tempo sembrava una sentenza quasi definitiva.

sponsored

Nella ripresa, col cambio di modulo (dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1) nacque la vera Fiorentina. Capace, dopo il successivo pari di Empoli, di vincere tutte le partite giocate tra campionato e coppa, tranne quella persa a Nicosia in Conference con l’Apoel.

Un filotto incredibile che ha portato la Viola a un passo dalla vetta della Serie A e tra le prime otto della classifica di Conference League. YE-YE. In città l’entusiasmo è alle stelle, per quello che sta succedendo e perché nessuno, neppure il più inguaribile degli ottimisti, si sarebbe aspettato una Fiorentina così devastante.

Palladino, dalla diffidenza iniziale con cui era stato accolto, si sta trasformando nell’uomo del destino. Quello che (sperano a Firenze) possa riportare la Viola in Champions a distanza di sedici anni dall’ultima partecipazione.

Ma c’è chi si spinge oltre. E paragona l’attuale squadra alla «Fiorentina yè-yè» che nel 1969 vinse l’ultimo scudetto viola. Si chiamava yè-yè, perché era composta prevalentemente di giovani e, a inizio stagione, nessuno pensava potesse fare qualcosa di importante.

POTENZIALITA'. Dopo quella sconfitta a Firenze anche la Lazio ha iniziato a macinare risultati, 11 vittorie in 12 partite tra campionato ed Europa League. E adesso? Compiuta la prima impresa di sconfiggere lo scetticismo che le circondava e portarsi ai vertici italiani ed europei, Fiorentina e Lazio sono chiamate a confermarsi.

A rendere stabili e duraturi i loro exploit. Impresa complicata quanto la prima, perché non sarà facile reggere il passo di formazioni come Napoli, Inter e Atalanta e dal possibile ritorno di Juventus e Milan. Ma Palladino e Baroni ci credono, facendo leva sulle potenzialità ancora inespresse delle loro formazioni.

Il tecnico viola ha potuto finora contare pochissimo su Gudmundsson (capace però di segnare 3 gol in 202’). Dal match di domenica con l’Inter lo avrà di nuovo a disposizione. Baroni aspetta ancora l’esplosione di tre nuovi acquisti: Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru.

Sì, sognare si può. Per entrambe.


Lascia un commento