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Franchi, l’Europa si intesta il “no”. E ora è gelo tra Nardella e il governo

Ieri scambi di telefonate e mail ad alta tensione in cerca di una spiegazione alla clamorosa bocciatura per una parte dei fondi promessi per il Franchi

Franchi, controsterzate europee e muro contro muro tutti italiani. Dopo una giornata al cardiopalmo, di telefonate bollenti e carteggi infuocati sull’asse Firenze-Roma-Bruxelles sullo stadio un paio di nuove certezze rimbalzano.

La scelta del governo di togliere i denari al progetto stadio è stata spinta dall’Europa. Lo scontro tra Palazzo Vecchio e il governo ora rischia di complicarsi. Scrive la Repubblica.

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È come un risiko. Mosse e contromosse. Ad alta tensione

L’Europa ora si intesta il no. E' stata sua, ammette nel pomeriggio di ieri la Commissione, l’indicazione di inammissibilità del Franchi nell’ambito della terza rata del Pnrr e suo di conseguenza l’input decisivo al governo italiano a definanziare i famosi 55 milioni.

Un clamoroso cambio di rotta dopo le parole del commissario Valdis Dombrovskis riportate ieri da Repubblica e contenute in una risposta all’interrogazione dell’eurodeputata Daniela Rondinelli. Decisione del governo italiano. La Commissione non è tenuta a fare valutazioni d’impatto sui singoli progetti, aveva scritto il vicepresidente esecutivo, di fatto scaricando tutto su Roma.

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Poi il dietrofront Ue: «Sulla decisione del governo italiano di ritirare la ristrutturazione degli stadi di Firenze e Venezia. Questa decisione è stata presa in seguito alle consultazioni con la Commissione nell’ambito della valutazione della relativa richiesta di pagamento.

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Dopo che la Commissione ha specificato che questi progetti non erano ammissibili nel Pnnr» è intervenuta con un tweet la portavoce della Commissione con delega agli Affari economici Veerle Nuyts.

Non una spiegazione di merito

Nessuno in fondo ancora sa perché il Franchi sia stato “bocciato”, sulla base di quali indicatori. Gli atti sono stati negati formalmente a Palazzo Vecchio: «Esistono mail riservate che lo spiegano» si fa sapere solo da Roma.

Quantomeno quella di Nuyts è un’assunzione di responsabilità politica dopo le parole di Dombrovskis. Il problema però è che prima del tweet chiarificatore era stato Dario Nardella a intervenire, ieri mattina, sfidando il governo: «La risposta della Commissione ci sorprende.

È quanto mai evidente che il nostro interlocutore non è l’Ue ma lo Stato Italiano» aveva detto il sindaco. Parole che hanno fatto molto irritare il ministro Raffaele Fitto e il colonnello fiorentino di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli.

Mentre Nardella provava a ostentare diplomazia («Con Fitto dialogo costante e aperto per trovare una soluzione per Firenze » ) da Roma rimbalzava freddezza: «Non capisce che la strada è strettissima, sul Franchi. E se lui continua così rischia di chiudersi».

Come risolvere la grana? La soluzione suggerita dal ministro Abodi, cioè dare i soldi del Pnrr ad altri progetti fiorentini finanziati oggi dal Comune con mutui e poi spostare quei soldi sullo stadio? Difficilissimo. Pare che in Comune non esistano altri progetti ammissibili al Pnc-Pnrr per tempistiche e caratteristiche.

Il negoziato è in salita. Pende il ricorso al Tar.


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