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Firenze sogna con Kean & Gudmundsson: ora tocca a voi

Due giocatori talentuosi che in coppia possono fare le fortune della squadra di Palladino. Si attendono risposte importanti già da Lecce

Ci sono molte cose che Fiorentina-Milan ha lasciato in eredità, e non soltanto i tre punti che erano e rimangono la cosa più preziosa per la squadra viola. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio. Siccome la prestazione è stata buona, però non scevra da errori e comunque necessaria di repliche di segno positivo per dare forma alla svolta nel gioco e nei risultati, ha lasciato soprattutto la consapevolezza in tutto l’ambiente di avere una coppia di attaccanti che può fare le fortune della Fiorentina.

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Kean&Gudmundsson, ovviamente. Quest’anno sì, quest’anno finalmente sì, e Firenze conta su loro due per realizzare i sogni.

SIMBIOSI

Grazie a quella partita e al modo in cui è stata costruita la vittoria adesso ci sono più certezze e meno dubbi: merito di Moise&Albert, due pezzi di Lego che si uniscono, Tetris dell’incastro che combacia a meraviglia. Le caratteristiche tecniche e atletiche c’entrano e ognuno le mette a disposizione dell’altro, ma è proprio la chimica che si è creata a dare la sensazione del connubio ideale.

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Si cercano e si trovano, naturalmente. E valga per tutto il gol del 2-1 ai rossoneri: rinvio di de Gea fino alla trequarti, Kean di coscia per Gudmundsson che gli correva lì accanto tipo azione alla mano in stile rugby, controllo e tiro vincente dell’islandese, poi insieme sotto la tribuna a prendersi l’abbraccio della gente. Gol per la vittoria dentro un manifesto d’intenzioni e d’ambizioni: e Firenze sogna.

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DECISIVI

Per quei due, con quei due, ed è il regalo di Fiorentina-Milan, partita che nei contenuti personali non poteva essere più diversa per il centravanti ex Juventus e per l’islandese ex Genoa. Determinante il secondo, che ha già propiziato cinque punti su dieci con i suoi gol decisivi; un rigore sbagliato, un rigore causato, una traversa colpita il primo, ma invece di disperarsi e di far disperare, come mettendo insieme le cose che non sono andate per il verso giusto sarebbe plausibile, si è esaltato.

Ed ha esaltato: per lo strapotere atletico, per far reparto da solo che garantisce molto più di una rete fallita o di un rigore parato, e per la voglia quasi feroce, anzi senza quasi, di voler lasciare comunque il segno. Come l’assist dimostra.

E se Gud viaggia a un gol ogni sessantaquattro minuti in campionato, Kean di gol ne ha già segnati cinque tra Serie A (due) e Conference League (tre), tutti con un peso specifico evidente ad alzare ulteriormente il contributo fatto di sostanza in ogni partita.


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