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Fiorentina tra rabbia e rimpianti: perso per un episodio quando si sentiva già sicura del pareggio

Il rigore di Immobile fa far festa alla Lazio. La Fiorentina conduce nel primo tempo, poi la disattenzione nel finale

Come scrive il Corriere dello Sport, la Fiorentina esce dall'Olimpico tra rabbia e rimpianti. Ha perso per un episodio, quando stava tentando il colpo gobbo e si sentiva sicura del pareggio. Un palo e un gol annullato nel primo tempo a Beltran, sbloccato dalla doppietta realizzata al Cukaricki, assai più pericoloso di Nzola.

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Italiano potrebbe aver trovato il centravanti. La notizia cattiva è che la ripresa non è stata dello stesso livello e la Lazio, alla resa dei conti, ha prodotto più occasioni. La Fiorentina sa palleggiare e costruire dal basso.

Lo fa con velocità, sfruttando l’ampiezza oppure uscendo per vie centrali con Arthur. La pressione dei Viola ha disegnato subito duelli precisi. Duncan a incrociare Guendouzi, Bonaventura su Rovella, Luis Alberto raddoppiato da Martinez Quarta, come al solito portato a rompere la linea difensiva.

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Qualcosa, in termini di spazio e di imprecisioni, Italiano concede, ma la fascia destra con Parisi su Zaccagni ha tenuto. Le prime due occasioni della Lazio sono nate dalla parte di Biraghi: Guendouzi ha fallito il cross dopo un pallone consegnato da Nico Gonzalez, Luis Alberto ha sparato sull’esterno della rete l’assist di Castellanos servito in profondità da Lazzari.

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Poi dieci minuti di sola Fiorentina. Il lancio di Bonaventura ha sorpreso Romagnoli e Patric, Beltran ha dribblato Provedel e depositato in rete, ma si era aggiustato la palla con il braccio e il gol è stato annullato dal Var.

L’ex centravanti del River Plate, subito dopo, ha timbrato di testa il palo. Partita di contrasto. L’arbitro Marcenaro stava fischiando poco e male. Felipe ha gestito malissimo una palla buona in area, Zaccagni ha peccato di egoismo, Provedel è stato bravissimo in uscita a terra su Gonzalez, Rovella ha rischiato il rigore a un sospiro dall’intervallo su Ikoné.

Sotto la pioggia, nella ripresa, la Lazio ha preso coraggio, corpo e vigore. Doppia occasione fallita da Castellanos, la prima volta alzando la mira e la seconda, in posizione di dubbio fuorigioco, a lato. Terracciano d’istinto ha murato il destro ravvicinato di Felipe e non si è fatto sorprendere da Luis Alberto.

Italiano ha sganciato Nzola e Barak, i viola hanno riacquistato freschezza e qualche metro di campo. La Lazio non aveva più le stesse geometrie, cercava la profondità e il lancio lungo, ma ci stava con la fede e con la volontà.

Quando la Viola si stava riaffacciando in avanti, il ribaltamento e l’episodio decisivo: il mestiere di Pedro, il colpo di testa di Vecino, il braccio largo di Milenkovic. Immobile, sul dischetto, ha sistemato i conti con il destino.

Ora sono 199 centri con la Lazio.


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