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Due ingenuità, il gol sbagliato da Mandragora e Igor che si fa infilare: la coppa va al West Ham

La Fiorentina fa la partita e domina gli inglesi, che aspettano solo gli errori dei viola per colpire. Alla fine gioisce Bowen

È stata una stagione all’insegna di un gioco spettacolare, europeo. Italiano ha avuto coraggio nel proporlo sempre e quel coraggio lo ha avuto anche nello scegliere la formazione per questa finale. Dentro i più in forma: Ranieri al fianco di Milenkovic, Kouame al posto di Ikone e Jovic davanti.

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E i fatti gli stavano dando ragione. Il copione della gara è stato subito chiaro: Fiorentina a far gioco, tanto possesso palla (65% nel primo round) e manovre elaborate, West Ham in attesa del passo falso per ripartire veloci cercando la fisicità di Antonio, l’estro di Bowen o la fantasia di Benrahma sulle fasce.

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Moyes ha studiato bene i video sulla Viola, che spesso e volentieri, sbilanciata, si è fatta infilare, e ha impostato la gara così, scrive La Gazzetta dello Sport. NERVI. Dodo, anche pasticcione nei passaggi, era quello più in difficoltà con l’algerino.

Mandragora forse stava un po’ troppo alto e comunque fuori dal gioco. Nel primo round la sfida è stata più nervosa, più tattica che bella, con poche occasioni da una parte e dall’altra. La Viola ha vissuto sui guizzi di Nico Gonzalez e le intuizioni di Bonaventura.

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Amrabat vinceva il duello a distanza con Rice, riusciva sia a impostare che a frenare Paquetà. Ma l’azione più pericolosa nella prima parte è stata proprio dell’inglese da 120 milioni di euro quando dagli sviluppi di un fallo laterale tirava all’improvviso e la palla usciva a pochi centimetri dal palo.

La Viola giocava ma trovava pochi spazi e, attaccando dalla parte dei focosi, per usare un eufemismo, tifosi del West Ham, ha rischiato di perdere Biraghi. Ogni volta che andava per battere un corner, piovevano bicchieri di plastica.

Peccato che dentro uno di questi un cretino ci abbia messo una sigaretta elettronica che colpiva il capitano sulla nuca e lo faceva sanguinare. Per fortuna niente di grave. Nei minuti di recupero la gioia interrotta. Cross di Gonzalez, Kouame stampava la zuccata sul palo e Jovic in tap in metteva in rete ma in fuorigioco.

Tra l’altro nell’azione il serbo si faceva male e doveva lasciare il posto a Cabral. BOTTA E RISPOSTA. Il secondo round poi si è acceso subito. Meno tatticismi, più folate. E proprio mentre la Fiorentina stava prendendo più campo, ecco la prima, fatale, ingenuità.

Da un lunghissimo fallo laterale di Coufal, la difesa si faceva trovare impreparata e Biraghi in ritardo nel recuperare su Bowen, che era davanti a tutti, toccava la palla con la mano. Proteste, Var e rigore trasformato da Benrahma.

La reazione della Fiorentina, mentre Italiano spendeva Saponara per Kouame, è stata veemente. Prima su un cross di Nico, sempre tra i più attivi, Cabral tirava a colpo sicuro ma Emerson… parava. Subito dopo lancio di Amrabat, uomo ovunque, per Nico che pescava Bonaventura per la prodezza: stop di sinistro e diagonale col destro.

Da lì la Viola ha spinto a fondo perché quello era il momento per prendersi la partita, con il West Ham scosso e un po’ traballante dietro. E l’occasione è arrivata a Mandragora, sull’ennesima azione di Gonzalez e appoggio di Cabral.

Ma il suo tiro da posizione facilissima è finito lontano dal palo. DETTAGLI. Certi errori alla fine pesano, in una gara secca come una finale, come i colpi della sfortuna. Ranieri, fin lì impeccabile, si è fatto male e ha dovuto lasciare il posto a Igor che, entrato da pochi minuti, si è fatto sfuggire Bowen che ha sfruttato, come ha detto dopo i festeggiamenti, la prima occasione che ha avuto.

Alla fine questi dettagli fanno la differenza. Il giocatore che coglie l’attimo e quello che se lo fa sfuggire. Come i sogni.


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