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Derby alla camomilla, Viola senza identità. Non basta neanche il modulo 'di Italiano'

La Fiorentina resta nel limbo, parte destra di classifica dietro anche al Como. Soddisfatto solo l'Empoli

Un derby dell’Arno brutto e bloccato, senza squilli per 95’ e alla fine del quale può essere soddisfatto solo l’Empoli.

Che muove la classifica e soprattutto mantiene una sorprendente imbattibilità in un campionato partito, per loro, come meglio non si poteva pensare. La Fiorentina invece, pur ripensata nell’impostazione tattica da Palladino, resta nel limbo.

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Lontana dalle posizioni nobili e da quell’identità di gioco tanto attesa

. Così scrive il Corriere Fiorentino. MONOCORDE. Schierata con il 4-2-3-1, con Biraghi in panchina, Gosens terzino e soprattutto Koaume promosso per la prima volta capitano, la squadra di Palladino ha giocato una partita monocorde, senza mai alzare il ritmo del palleggio e lasciando al solo encomiabile Kean il compito di lottare contro tutto.
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Ne è venuto fuori un derby alla camomilla, coi portieri quasi inoperosi e con l’unica emozione del primo tempo affidata a uno svarione viola su palla inattiva che ha concesso l’occasione del vantaggio a Ismajli. A DESTRA. Nella ripresa Palladino ha cercato invano freschezza e iniziativa, pescando in panchina Adli, Ikoné, Sottil e perfino Beltran, tornato in campo dopo una sfilza di panchine consecutive.

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Di palle gol però nemmeno l’ombra: per il presidente Commisso, in tribuna con la moglie Catherine, e per i 4 mila tifosi viola sugli spalti, non è stata esattamente la domenica sognata alla vigilia. La classifica adesso dice che la Fiorentina è nella parte destra, dietro perfino al sorprendente Como di Fabregas.

Il problema però non è (solo) quello. Neppure il ritorno al buon vecchio schema tattico di Italiano infatti è servito a ritrovare fluidità di manovra.


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