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Commisso: “Sistema una disgrazia per chi vuole investire. Cessione club? No, è una questione di cuore”

Altre parole della lunga intervista da parte del patron della Fiorentina Rocco Commisso che si sofferma su tutti i temi del mondo viola

Altre parole della lunga intervista da parte del patron della Fiorentina Rocco Commisso alla Gazzetta Dello Sport: “Il sistema italiano purtroppo è una disgrazia, non solo per noi, ma per chiunque voglia creare e investire. I Comuni sono proprietari di tutto e mettono mille paletti che alla fine dissuadono i privati ad andare avanti.

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I proprietari degli stadi devono essere i club, non i Comuni. Anche se non ne ho colpa, considero la mancata costruzione di un nuovo stadio il mio più grande fallimento o forse dovrei dire rimpianto, perché non mi hanno permesso di farlo.

In 5 anni non siamo riusciti a combinare niente e ora con i lavori al Franchi ne passeranno altri”. ISTITUZIONI. “Credo che questo immobilismo sia una malattia italiana. Dobbiamo mettere il calcio in protezione, facendo rispettare le regole e percorrendo nuove strade, ma in Italia non si riesce mai a farlo.

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Non si riesce a cambiare il sistema per ottenere più risorse e garantire un equilibrio tra entrate e uscite. Chi investe nel calcio italiano oggi deve continuamente ripianare e mettere altri soldi: un pozzo senza fondo. Io nel secondo triennio della mia presidenza ho messo gli stessi soldi del primo triennio...

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I Friedkin credo abbiano investito nella Roma già quasi un miliardo. Sa la verità? L’unico momento in cui le proprietà potranno rientrare delle spese sostenute è quando rivenderanno il club, se non sono andate in bancarotta prima.

Perché nel club, finché ce l’hanno, continueranno a mettere soldi su soldi”. Mercato aperto? “Sono d’accordo con gli allenatori. Allenano in ritiro squadre che cambieranno nelle settimane successive, alcuni giocatori si tirano fuori, altri sono distratti e si rischiano partenze false.

Il presidente federale dovrebbe farsi portatore di queste istanze in Uefa e in Fifa”. CESSIONE. Sta pensando di cederla? “Assolutamente no, la Fiorentina è una questione di cuore e ha il nostro massimo impegno: io e mia moglie Caterina amiamo Firenze.

Ma le proprietà nel tempo cambiano, è fisiologico. Quando un giorno accadrà, la Fiorentina sarà, come adesso, una società senza debiti, solida, con strutture importanti, come il Viola Park e speriamo anche un nuovo stadio”.


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