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Commisso: "La burocrazia è la rovina dell'Italia. Stadio? Come Fiorentina siamo fuori"

Il presidente della Fiorentina ha parlato a tutto tondo delle vicende viola e anche dello stadio

Rocco Commisso ha parlato a la Repubblica anche della questione stadio. Ormai chiusa, come dice il presidente, almeno per quanto riguarda la Fiorentina. Che giorni sta vivendo con la sua squadra? «Quando abbiamo vinto a Basilea sono andato sotto al settore ospiti con duemila tifosi viola in festa, mi veniva da piangere.

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Ho abbracciato tutti, da Italiano ai calciatori: sono tutti figli per me. Però non posso piangere, in fondo sono il presidente. Ma sono anche italiano, calabrese, umano». Il sogno americano non vale quello italiano? «Amo l’Italia, amo Firenze.

Ma la burocrazia è la rovina di questo Paese. A Firenze ho provato a fare lo stadio nuovo ma non me lo hanno permesso. L’Europa ha poi bloccato i 55 milioni del Pnrr per la riqualificazione della zona attorno all’impianto che è valutato come monumento.

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L’America ti aiuta coi fondi pubblici, qui si mettono di mezzo l’Europa, il Governo, la Regione, il Comune, la Soprintendenza». Ha perso ogni speranza sullo stadio? «Come Fiorentina siamo fuori ormai. È il mio più grande fallimento, il più doloroso.

Adesso aspetto che mi dicano quando vorranno iniziare coi lavori, quando finiranno, cosa faranno dell’area commerciale. La Fiorentina non dovrà essere penalizzata, dovrà rimanere a giocare qui magari prevedendo di lavorare a blocchi come accaduto a Udine».

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Però a fine estate lei inaugurerà il più grande centro sportivo d’Italia . «Sì, ma lì ho potuto controllare quasi tutto e non c’era la burocrazia che ho trovato per lo stadio. Abbiamo riqualificato un’area degradata. A luglio la prima squadra inizierà il suo primo ritiro.

La Fiorentina non aveva mai avuto qualcosa di proprietà e il Viola Park rimarrà in eredità».


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