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Commisso-Italiano, patto di ferro. La difesa dalle critiche e un percorso che può diventare storico

Il presidente viola, emozionato ieri al ritorno a Peretola da Basilea, ha sempre difeso il suo allenatore. E Italiano in 5 anni è passato dalla D alla doppia finale

«Mi fate piangere, non riesco a proprio a parlare», ride invece Rocco Commisso fendendo la folla dei tifosi che si è radunata all’aeroporto per accogliere la Fiorentina di rientro dall’impresa di Basilea. «Aspettavo questo clima di Firenze da quattro anni.

Adesso vediamo come andrà a finire. Vi ringrazio per l’affetto». Sembra passata una vita da quando il presidente viola (sostenuto anche dal dg Joe Barone) difese a spada tratta Vincenzo Italiano dopo la sconfitta contro il Bologna, messo sulla graticola per un inizio di stagione in salita e che fino alla trasferta di Verona pareva destinata a un limbo.

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Una difesa da vero e proprio padre di famiglia, come i presidenti vecchio stampo, di quelli che sono in via di estinzione, scrive La Nazione. IN CINQUE ANNI. Certo, anche Rocco ha i suoi spigoli (anche acuti), ma non toccate chi lavora per lui, nella sua azienda e nello sport.

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Come Italiano, appunto. Dall'Arzignano Valchiampo in Serie D alle due finali di Conference e Coppa Italia: tutto in cinque anni. La vera qualità di Italiano è quella di saper motivare e tenere coinvolti tutti, anche chi magari non trova spazio con continuità, ma che si trova comunque dentro il gruppo.

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E in una stagione così lunga avere alternative è fondamentale per essere sempre in corso su più fronti. E’ stato proprio questo l’aspetto più complicato della stagione: parametrare la rosa a disposizione per un triplo impegno che ha inevitabilmente sottratto risorse ed energie.

PAZIENZA. Per alcuni giocatori si è dovuto usare una cautela maggiore. Pazienza nel dover aspettare Cabral, ma anche e soprattutto Dodo, per esempio. Non un aspetto secondario se si pensa che altre pedine sono andate a singhiozzo, tra alti e bassi.

Uno su tutti Ikoné, l’emblema della necessità di tenere sulla corda tutti. Per non parlare di Jovic. Ora viene il bello, perchè le due finali sono davvero il premio di una stagione che può ancora regalare soddisfazioni.


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