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Che divario tra i nuovi e i vecchi titolari: la mediocrità generale e la missione fallita da Palladino

In campo i titolari che aveva Italiano, ma la distanza con chi gioca in campionato è enorme. Occasione sprecata

Palladino alla vigilia si era un po’ risentito dello scarso interesse con cui, soprattutto alla luce del terzo posto in campionato, l’ambiente si era avvicinato alla sfida con l’Apoel. Ma certo, se la gara di Cipro doveva riconciliare un po’ l’esigente pubblico viola con la Conference League, la missione è decisamente fallita.

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Perché al di là del risultato pessimo con cui la Fiorentina torna a Firenze, è stato il livello di gioco a rendere i 90 minuti tra i viola e l’Apoel una specie di tortura, tanto che ci sarebbe da richiedere un’indennità per chi ha dovuto guardarla fino alla fine.

Così scrive il Corriere Fiorentino. MEDIOCRITA'. E la responsabilità, più che ai volenterosi giocatori ciprioti, è da assegnare quasi in toto ai giocatori di Palladino che non sono stati in grado di alzare né il ritmo della gara né il livello calcistico finendo per essere risucchiati in una stanca mediocrità generale.

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Non è riuscita la squadra B viola (al tecnico giustamente non piace questa definizione, ma il campo anche ieri ha detto questo) che poi sarebbe in gran parte quella che Vincenzo Italiano ha avuto a disposizione lo scorso anno, ad avere la meglio dell'APOEL.

DIVARIO. Oltre agli errori difensivi che sembravano un ricordo del passato, è che il divario fra i titolari che stanno conducendo i viola in alto in campionato e le riserve è a dir poco ampio. Peccato, insomma, soprattutto per chi (da Kayode a Quarta, passando per Richardson e Mandragora) avrebbe dovuto sfruttare l’occasione per mettersi in mostra e dimostrarsi capace di far rifiatare i titolarissimi in una coppa che, almeno nella fase del maxi girone, non avrebbe dovuto creare problemi a una squadra come la Fiorentina.

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