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Aquilani è la scommessa del Pisa per tornare a vincere. Per lui contratto biennale

Rimane in Toscana Alberto Aquilani che lascia la Fiorentina Primavera per guidare la prima squadra del Pisa

Per l'ufficialità bisognerà aspettare probabilmente domani. Ma è più che altro un semplice passo formale, Alberto Aquilani è il nuovo allenatore del Pisa. Per lui un biennale e un carico di aspettative altissimo. Già, perché se c’è qualcuno che negli ultimi tre anni è sembrato davvero un predestinato tra gli allenatori è proprio lui.

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Scrive La Gazzetta dello Sport. Cinque successi con la Primavera della Fiorentina (tre Coppe Italia e due Supercoppe italiane), otto finali (tra cui l’ultima per lo scudetto, con la sconfitta cocente contro il Lecce all’ultimo giro di orologio).

E un futuro (luminoso) che sembra già definito. La proprietà americana, la famiglia Corrado e il nuovo ds nerazzurro Aleksander Kolarov dopo molti casting che hanno visto in lizza anche Di Francesco, De Rossi e Pirlo, hanno affidato a lui il compito di tracciare il domani del Pisa.

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La situazione

Aquilani è dunque il sesto allenatore della gestione Corrado (dopo Gattuso, Gautieri, Pazienza, D’Angelo e Maran). Ha firmato un biennale a cifre non altissime (l’ingaggio dovrebbe aggirarsi tra i 250 ed i 300mila euro). Eredita una squadra che ha chiuso all’undicesimo posto, giocandosi i playoff con un finale di stagione in cui ha portato a casa solo due punti nelle ultime otto partite.

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Ma soprattutto una squadra dove bisognerà far convivere alcune certezze (Marin, Nagy e Touré a centrocampo) con alcune scommesse (i fratelli Tramoni). E poi i ritorni di Ionita e Lucca, anche se difficilmente resteranno a Pisa.

Ma anche la ricerca del gol tra Moreo, Torregrossa, Sibilli e Gliozzi. Aquilani molto probabilmente continuerà con il suo 4-3-3 (che è quasi un marchio di fabbrica). Anche se alla Fiorentina ha sperimentato pure la difesa a tre.

La crescita

Alberto ha iniziato a studiare da allenatore già a fine carriera. Quando decise di andare a giocare prima in Portogallo (allo Sporting) e poi in Spagna (al Las Palmas). Lui, che tra le esperienza all’estero ha vissuto anche quella al Liverpool, dopo aver deciso di lasciare mamma Roma.

Il suo calcio è stato influenzato da tanti allenatori: tra questi Spalletti, Allegri e Montella. Anche se poi è in Portogallo che è stato davvero illuminato. «Lì ho conosciuto Jorge Jesus e dei metodi che non avevo mai visto in Italia».

Così a dargli fiducia per primo è stato Daniele Pradé, che l’ha visto crescere alla Roma. Prima la panchina della Fiorentina U18. In dieci gare neanche una vittoria, ma era sull’uomo che si era deciso di investire. Poi l’esperienza con Iachini in prima squadra e quindi la Primavera.

Il suo calcio

Aquilani ama giocare il pallone, vuole il possesso. Le sue squadre sanno però anche essere emetiche dal punto di vista difensivo. E hanno un’identità ben chiara. Anche se poi sono sempre in continua evoluzione. Alberto lavora tanto sul campo, ma anche sulla testa.

Perché sa che l’aspetto psicologico per un giocatore è fondamentale. Con i ragazzi ha creato sempre un rapporto empatico che ha pagato. Con i grandi dovrà trovare un’altra chiave di lettura. Inizierà da Pisa, con la promessa però di non fermarsi lì...


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