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Ancora Dodo: "Sogno un trofeo in viola e il Brasile. Gud è baciato da Dio"

La seconda parte dell'intervista del terzino brasiliano a La Gazzetta dello Sport: i sogni e gli obiettivi, oltre al rapporto con i compagni

Dodo si è raccontato in una lunga intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Oltre a parlare del suo rapporto speciale con Firenze e la Fiorentina, il brasiliano ha parlato anche degli obiettivi sportivi: "Anche a noi manca un trofeo, come a Commisso.

È il sogno di tutti. Tre finale perse sono tante. Ci proveremo. Dobbiamo vincere, già a Empoli domenica, e alzare il livello. Vorremmo dedicarglielo. Lui sta insieme a noi e vicino a noi". LE FINALI PERSE. "Tutte e due danno parecchio fastidio perché abbiamo sempre controllato e creato tante occasioni.

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Ora ci riproviamo sapendo che può succedere di tutto. Il playoff con gli ungheresi insegna che non ci si deve fidare di nessuno, ma anche che si può ribaltare una situazione come ci successe col Basilea in semifinale nel 2023".

VITORIA GUIMARAES. La Fiorentina chiuderà la prima fase della Conference League contro il Vitoria Guimaraes, dove Dodo ha giocato: "Da tenere d'occhio come tutte. So che non c'è più nessuno di quelli del mio periodo". TERZINO O ALA?

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"Nasco terzino. A me piace attaccare, ma Paulo Fonseca in Ucraina mi disse che prima dovevo pensare a difendere e questo me lo ripeteva anche un esperto compagno in Brasile". IDOLI. "Cafù e Roberto Carlos". ALLENATORI. "L'allenatore a cui devo di più?

De Zerbi allo Shakhtar ha iniziato a cambiare il mio modo di giocare. Non solo terzino, ma più attaccante e soprattutto più dentro il campo. Mi usava pure da mezzala. Poi me lo ha fatto fare Italiano che mi diceva che dovevo giocare come allo Shakhtar anche qui e ora Palladino che vuole il possesso, pure lui vuole attaccare, però chiede che stiamo tutti insieme dietro".

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I NUOVI. "Kean vuole arrivare, lo vedo dalla sua faccia e stiamo diventando amici; Gosens porta l'esperienza, ha vinto e corre talmente tanto che corriamo tutti insieme a lui; Gudmundsson è stato baciato da Dio, ha avuto un dono.

Ha qualità innata, è fortissimo. Però tutti ci hanno portato qualcosa". L'INFORTUNIO E IL RECUPERO. "Ho lavorato duro col sorriso. Un recupero lampo in quattro mesi. E ho seguito un consiglio di Biraghi. Mi disse: 'Non metterti da parte ora che sei infortunato, stai con noi'.

Ho fatto arrivare fisioterapista e preparatore dal Brasile. E ora il Brasile lo sogno. Oggi ci saranno le convocazioni. Ho sempre sperato di giocare con alcuni amici e con Neymar".


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