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Abodi: "C'è volontà di dare una mano alla città, a Firenze si può arrivare allo stesso risultato di Venezia"

Le parole del ministro dello sport: "Tardi per abbattere le curve, poi sta a Commisso valutare se essere coinvolto. E la soluzione Euro 2032..."

«Non c’è alcuna rigidità da parte del governo nei confronti di Firenze per il colore politico dell’amministrazione. È surreale solo pensarlo. D’altro canto il sindaco Nardella ormai conosce bene la posizione dell’Europa che non consente di finanziare stadi con il Pnc-Pnrr: seppur tardivamente, la Commissione è stata chiara.

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Ma sono convinto che esistano altre strade. Firenze può fare come Venezia, trovare altri progetti ammissibili a quella misura e poi spostare sue risorse sullo stadio. La volontà di dare una mano alla città c’è». Parla così a La Repubblica Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani del governo Meloni, dopo le parole di ieri raccolte da LaViola.it.

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Ministro perché avete dato i soldi a Venezia e non a Firenze? «Venezia ha riformulato il progetto togliendo lo stadio e potendo così accedere alle misure di finanziamento Pnc-Pnrr. A Firenze sono convinto che, rielaborando il progetto e seguendo le prescrizioni per avere accesso a quel tipo di fondo, si possa arrivare allo stesso risultato.

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Vuol dire togliere il Franchi dalla voce che deve essere finanziata da noi. Come ha fatto Venezia. Quello che è stato fatto lì costituisce un segnale positivo per Firenze. La progettualità di un Comune è andata incontro allo strumento finanziario».

Palazzo Vecchio chiede «pari trattamento» evocando una «discriminazione». Non è così? «Nessuna corsia preferenziale per Venezia. E l’idea di un governo che punisce una città del colore politico avverso è, come detto, caricaturale.

Sono convinto che Firenze potrà fare la stessa cosa, c’è un’interlocuzione tra Nardella e il ministro Fitto: le porte non sono chiuse».

Non crede possa intervenire la Fiorentina? Renzi propone di fargli abbattere le curve. «Credo che per quello sia tardi: c’è stato un concorso internazionale, sono state investite risorse pubbliche.

Il Comune è stato coraggioso a non rimanere col cerino in mano e a elaborare un progetto. Il coinvolgimento dei privati è sempre auspicabile. Sta all’illuminata progettualità imprenditoriale di Commisso, che sta realizzando un grande investimento col Viola Park, fare valutazioni in tal senso».

Se i soldi non arrivano col Pnc-Pnrr arrivano con gli Europei? «Per Euro 32 abbiamo un concorrente più avanti di noi in termini infrastrutturali che è la Turchia ma noi siamo una grande Nazione, l’Uefa ne terrà conto. In ogni caso il tema degli stadi lo dobbiamo affrontare a prescindere, anche studiando nuovi modelli per coinvolgere privati, investitori istituzionali e finanza agevolata.

È una strada che potrà essere usata anche per il Franchi. Ma prima si deve uscire dall’impasse».


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